Abbiamo sbagliato tutto. Abbiamo sbagliato.
Dobbiamo recuperare, fare in fretta. Abbiamo dimenticato questioni che sembravano elementari, e lo erano. Abbiamo trascurato problemi che sembravano banali, e lo erano.
Richiamiamo i figli alla casa. Invitiamoli a ritornare dal loro pellegrinaggio, ché il mondo è buono per il cimento e per fortificare l’animo, ma il terreno giusto per le radici è qui e non altrove.
Richiamiamo i figli da quell’esilio dove con troppa superficialità li abbiamo mandati. Chi si occuperà domani dei vecchi se non ci saranno i figli a farlo? Chi farà in modo che la linea non si spezzi? Noi siamo i vecchi. Richiamiamo i figli.
Raccogliamo gli amici attorno a noi. Invitiamoli a cercare un posto dove ancora scorra l’acqua e nel quale siamo certi essa scorrerà ancora per molto tempo. Puliamo assieme il bacino, rincalziamo l’argine, liberiamo l’alveo.
Stabiliamoci tutti assieme in quel luogo, preoccupiamoci solo di costruire il focolare e lasciamo il resto al pianeta. Teniamo di conto colui che sa raccontare storie del tempo migliore, colei che canta con voce sicura, gli amici che conoscono i sentieri che conducono attraverso le stagioni.
Se siamo ancora in tempo chiediamo udienza al maestro. A colui che abbiamo screditato e misconosciuto chiediamo un attimo del suo tempo.
Che si trovi sulla cima inaccessibile, che si trovi nel profondo della foresta, facciamo in modo di raggiungerlo, non per succhiare ancora sapienza, ché tanto questo tempo nuovo non sa che farsene, ma per fare ciò che non abbiamo fatto un tempo: chiedere scusa e dire che non la faremo mai più.
Riammettiamo infine la divinità al desco. Attorno al tavolo di pietra tagliata come fosse altare, chiediamo perdono per ogni volta che davanti al cibo non abbiamo ringraziato, per ogni volta che il nutrirci è andato oltre il reale bisogno, per ogni volta che il nostro “mangiare” non ha tenuto conto dell’altrui fame.
Facciamo in modo che la luce delle lampade si affievolisca, che la sera si inoltri per come è sempre stato e solleviamo ancora una volta gli occhi per scorgere, fra rare nuvole, la prima stella del vespro.
Che bel post!
"Mi piace""Mi piace"
un po’ disperato…ma questo è per adesso il mio stato d’animo. Grazie.
"Mi piace""Mi piace"
Il finale e’ una preghiera di speranza…
"Mi piace""Mi piace"
magari solo una scintilla…e d’altra parte se muore quella…
"Mi piace""Mi piace"
Intre parole : ritroviamo noi stessi.
"Mi piace""Mi piace"
speravo di riuscire a sintetizzare proprio questo concetto…tu ci sei riuscita meglio.
"Mi piace""Mi piace"
Bellissimo e triste.
Nel nostro Paese si tende a mandare via i figli…e non lo dico fisicamente. Abbiamo perso tutto: tradizioni, rispetto, capacità…e non mi prendere per razzista, ma la globalizazzione ha distrutto tuttto ciò e se i “figli” se ne vanno la colpa è nostra. Abbiamo creduto in un mondo utopico e d’interesse che ha portato allo sfacelo morale, sociale, fisico. Vorrei tornare indietro.
"Mi piace""Mi piace"
forse un po’ indietro dovremmo tornare…
"Mi piace"Piace a 1 persona
Anche un po’ più di un po’.
"Mi piace""Mi piace"