Cantico

Cantico

Benedite, opere tutte del Signore, il Signore,
    lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benedite, angeli del Signore, il Signore,
    benedite, cieli, il Signore.

Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli,
        il Signore,
    benedite, potenze tutte del Signore, il Signore.
Benedite, sole e luna, il Signore,
    benedite, stelle del cielo, il Signore.

Benedite, piogge e rugiade, il Signore,
    benedite, o venti tutti, il Signore.
Benedite, fuoco e calore, il Signore,
    benedite, freddo e caldo, il Signore.

Benedite, rugiada e brina, il Signore,
    benedite, gelo e freddo, il Signore.
Benedite, ghiacci e nevi, il Signore,
    benedite, notti e giorni, il Signore,

Benedite, luce e tenebre, il Signore,
    benedite, folgori e nubi, il Signore.
Benedica la terra il Signore,
    lo lodi e lo esalti nei secoli.

Benedite, monti e colline, il Signore,
    benedite, creature tutte che germinate sulla terra,
        il Signore.
Benedite, sorgenti, il Signore,
    benedite, mari e fiumi, il Signore,

Benedite, mostri marini
        e quanto si muove nell’acqua, il Signore,
    benedite, uccelli tutti dell’aria, il Signore.
Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici,
        il Signore,
    benedite, figli dell’uomo, il Signore.

Benedica Israele il Signore,
    lo lodi e lo esalti nei secoli.
Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore,
    benedite, o servi del Signore, il Signore.

Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore,
    benedite, pii e umili di cuore, il Signore.
Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore,
    lodatelo ed esaltatelo nei secoli.

Benediciamo il Padre e il Figlio
        con lo Spirito Santo,
    lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
Benedetto sei tu Signore, nel firmamento del cielo,
    degno di lode e di gloria nei secoli.

Lemuele Gulliver

Lemuele Gulliver

Quando un pensiero arriva ti sembra che tutto complotti con lui. Ti sembra che tutto a quello faccia riferimento, a quello sia legato come anelli di una catena.

Allora torno al mio post di tre giorni fa dal titolo “Narrazione del dolore, narrazione della gioia”.

Mentre siamo a tavola Zaccheo mi chiede “papà ma Gulliver nel suo viaggio era sempre gigante?”. “No Zaccheo…dipende da chi incontrava. Quanto incontrava i lillipuziani rispetto a loro era gigante e quando incontrava i giganti invece era nano…ma faceva anche tanti altri incontri…i cavalli saggi per esempio”. E mentre parlo mi ricordo che tanti anni fa sentivo una canzone di Guccini che si intitolava appunto Gulliver e che, come tante altre cose immagino, è scomparsa dalla mia mente. Vera la cerca da qualche parte in internet e l’ascoltiamo “nonostante Cesare”. Dopo le prime parole “ricordo di ricordarla” ancora parola per parola e mi sembra (ma forse è solo quello che voglio credere e in realtà Guccini voleva dire naturalmente tutt’altro) che continui il mio pensiero di tre giorni fa. Gulliver ritorna a casa e racconta, ma ciò che racconta è inenarrabile perché nessuno ha mai visto prima ciò che Gulliver ha visto. È come se sforzandosi di raccontare lui non faccia altro che “riempire il cielo inglese di miraggi”, come se dietro quello che dice “non restino altro che vuoti gusci di parole”. La gente è più disposta a comprendere e ad accettare la creazione di un mito piuttosto che prendere per buona la verità.

Guccini conclude che da “tempo e mare non si impara niente” finendo per dire probabilmente quello che lui voleva dire (e ci mancherebbe altro), che il viaggio in se non serve a niente se non è possibile raccontarlo, se dall’altra parte della tua esperienza e del tuo racconto ti imbatti solo in chi “confonde i viaggi con la loro parodia”. Per conto mio oggi, dopo il secondo post su un pensiero confuso che non porta da nessuna parte, mi basterebbe come Lemuele “sapere sorridere come sa sorridere soltanto chi non ha più paura del domani”.

La Cabala secondo Lia

La Cabala secondo Lia

In questo tempo inquietante in cui troppi cercano coincidenze significative, ricorrenze misteriose, complotti impossibili, esoterismi di bassa lega, io, come sempre, sento fortissimo il bisogno di una botta di illuminismo. Ieri sera Zac e Vera hanno tirato fuori chissà da dove alcune loro curiosità circa “Il Pendolo di Foucault” che loro non hanno letto. Io, si sa, quando non posso cercare conforto in Primo Levi tendo a trovarla in Umberto Eco (entrambi piemontesi…tò una coincidenza significativa!). Ed ecco che mi è tornato in mente un passo fondamentale del libro, fondamentale per la vita dell’uomo su questo pianeta, una lezione magistrale su come la meraviglia, la verità e la bellezza sulla Terra siano semplici e non è necessario cercare misteri e complicazioni che non rendono migliori le cose ma finiscono semmai per alterarle in maniera patologica. Continua a leggere “La Cabala secondo Lia”

L’ufficio in riva al mare

L’ufficio in riva al mare

Ci sono canzoni buone subito, canzoni che ti fanno pensare: “ecco, chi l’ha scritta stava vivendo esattamente quello che io sto vivendo in questo momento”, canzoni che descrivono perfettamente l’emozione di quell’attimo e per le quali dici: “fossi capace di scrivere canzoni o poesie è proprio così che avrei descritto il mio stato d’animo di oggi”. Continua a leggere “L’ufficio in riva al mare”