Mi si chiede
di esplorare abissi,
anche per me speleologo,
inusitati ed inimmaginabili.
Mi si chiede
di abitare il blu profondo
dopo una vita
di acque dolci e basse.
Mi si chiede
di andare incontro allo spazio cosmico
e, senza alcun legame alla nave madre,
attraversarne il gelo.
Se non posso
sottrarmi a questo impegno
lasciate almeno
che io faccia ancora
un ultimo, breve, volo radente
sul mondo per come fino ad ieri
ho creduto che fosse.
E con la pancia strisciare
sulle pendici innevate del monte,
dalle cime degli alberi
farmi solleticare i fianchi,
con le dita dei piedi
tracciare scie sottili
a ricamare la superfice del lago.
Per tuffarmi infine,
ridendo di cuore
e con le mani a proteggermi il volto,
fra le braccia di chi
non si stanca mai di aspettarmi.