Fermarsi un attimo, prima di avere completato l’opera, sul confine di un lavoro ben fatto e quasi terminato.

Riconsiderare tutti i passi che mi hanno portato a questo e indugiare ancora un poco prima di percorrere gli ultimi.

Le mani secche e indurite per tutti i tutori piantati, un graffio sul torace per una canna che si è spezzata improvvisamente mentre la infiggevo al suolo, i capelli pieni di mignole che cadono dall’ulivo, dentro, una sottile incredulità per così tanti profumi, così tanta meraviglia.

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Guardare ancora un attimo indietro per ricordare le varie tappe del percorso e per celebrare il piacere di un lavoro quasi compiuto.

Poi piantare gli ultimi tutori, tergersi la fronte dal sudore con il dorso della mano, sollevare lo sguardo verso il sole per capire che ora si è fatta. 

E passare ad altro.

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4 pensieri su “E passare ad altro

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