Se-dici

Al mio Adorato nel giorno del suo sedicesimo compleanno.

SE-DICI

Se dici “domani”

io fino a domani ti aspetto.

Se dici “oggi”

io già sono dove tu sei.

Se dici una stupidaggine

io rido e ti dico

che sei stupido.

Se dici una cosa saggia

io sorrido e ti dico

“Amore Mio”.

Se dici “aspettami”

io mi fermo.

Se dici “ti aspetto”

io corro verso di te.

Se dici “spiegami”

io ti prendo la mano.

Se dici “dammi la mano”

io ti do un bacio.

Se dici “accompagnami”

io ti dico “sono qui”.

Se dici “dove sei?”

io non ti dico nulla,

giungo alle tue spalle,

di nascosto,

e grande come sei diventato

ti abbraccio forte.

E’ tutto qui

E’ tutto qui

A Zaccheo, il Mio Adorato, nel giorno del suo quindicesimo compleanno.

È TUTTO QUI

È tutto qui Amore Mio:

tu, tuo fratello, la mamma ed io.

Tutto qui Mio Adorato,

tutto in questo tempo risicato.

È tutto qui, in questa casa,

in questo cielo terso,

in quest’angolo di universo.

È tutto qui, nelle parole che mi dici,

in questi quindici anni,

nelle tue suole di figlio,

nei miei panni di padre.

È tutto qui, per sempre mio bambino,

tu che mi accompagni verso la sera,

io che ti risveglio al mattino.

Il ragazzo

Il ragazzo

Da qualche giorno
Abita in casa mia
Un ragazzo che non conosco.
Straniero, un po’ losco,
Mi gira attorno
Alto come un albero,
Bello come il sole.
Suole ogni tanto
Rivolgermi la parola
E quando lo fa
Dalla sua gola
Viene fuori una voce
Roca e potente
Mai sentita prima.
Il mio cuore però lo sa
Di chi è figlio
Questo ragazzo là:
Figlio è di quell’altro me
Che non abita più qua
E che torna ancora
Qualche minuto
Quando lo guardo
E dentro di me gli dico
“Amore mio
Quanto sei cresciuto”.

In questi quattordici anni

In questi quattordici anni

In questi quattordici anni non c’è stato un giorno in cui io non abbia

festeggiato il tuo compleanno.

Non ci credi?

Lo sanno le stelle cadenti che ho allineato per te,

una ad una, sulla spalletta del ponte.

E lo sa la fonte più in basso

che acqua gentile per te mi ha donato.

E se ancora non mi credi

Chiedi al fiume, mio adorato, che per primo

seppe della tua nascita

e con me gioì fra vortici e correnti.

Chiedi ai sapienti alberi che ci fanno la cortesia

di abitare il nostro giardino.

Al leccio chiedi

che fu bambino un po’ prima di te

e ti vide crescere nella casa della città.

A testimoniare la mia indiscreta presenza

in ogni momento dello svolgersi della tua età

chiamo in correità ognuno di questi amici

per i quali, come per me e la mamma, tu sei il vanto.

Potranno dire di sicuro che la mia è colpa lieve,

Quella di un padre che ti ha amato tanto.

Zaccheo

Zaccheo

Siamo a pranzo con amici. Ci chiedono come mai abbiamo deciso di dare questo strano nome al nostro ragazzo. Raccontiamo una storia ormai vecchia di quattordici anni. Del personaggio evangelico ci piaceva tutto: il fatto che fosse un farabbuttone che ad un certo punto si pente e si redime, il fatto che fosse bassotto di statura, il fatto che pur di vedere Gesù si arrampica in bilico su un sicomoro. Continua a leggere “Zaccheo”

Fra la sorgente e la foce

Fra la sorgente e la foce

Mio Adorato come è la sorgente a 11 anni di distanza?

Te lo chiedo perché io non me lo ricordo più. Oppure ero troppo impegnato a sopravvivere in quel tempo e non mi sono soffermato a guardarla, a viverla, con l’attenzione dovuta.

Come è la sorgente Mio Adorato? E’ come l’immagino?

Il capelvenere a carezzare i bordi della polla? E il granchio di fiume che la corteggia e la blandisce? Continua a leggere “Fra la sorgente e la foce”