Quindici anni fa mettevo per la prima volta piede in Tanzania (Kumi na tano). Cominciava allora una lunga storia d’amore con un pezzo di Africa e con la gente di quel luogo. Cominciavano riflessioni, coincidenze, suggestioni che ancora oggi continuano.
Sono stato li per la prima volta durante il periodo delle grandi piogge. Tutto attorno era acqua e fango. Il cliché tutto occidentale che vuole un’Africa secca e arida era annullato dalla percezione quotidiana di un mondo liquido, da una natura che declinava in ogni secondo tutte le tonalità del verde e di gente da un lato felice per la fertilità alla quale tutto ciò preludeva, e dall’altro, in balia di un freddo anche quello fuori da ogni idea di Africa.
Non amo fare foto. Lo testimonia il mio blog (immagini prese qui e li in rete). Lo testimonia la continua protesta di mia moglie che si lamenta del fatto che non ci sono mai foto sue nei nostri archivi di famiglia (foto che dovrei fare io). Il fatto è che mi sembra che il fotografare mi “distragga dalla vita”, mi sembra che produca in me un distacco da ciò che sto vivendo che finisce per farmi perdere parti importanti.
In quei primi giorni d’Africa però alcune foto le ho fatte. Ad un certo punto camminando sullo spiazzo davanti alla missione dove allora abitavo fotografai qualche cosa impressa nel fango. Si trattava di due orme. Un piede calzato, presumibilmente il mio. E un piede nudo, al primo contrapposto. Questa immagine mi piacque tanto. La conservai nel mio archivio e dentro di me.
Qualche mese dopo nacque forte in me (e quando mai!) e nelle persone che condividevano con me questa avventura africana l’esigenza di costituire un’associazione che potesse dare risposte alle tante domande che questa esperienza ci stava ponendo, per provare a dare una mano a quelle persone da poco conosciute e nello stesso tempo a noi (perché i bisogni sono sempre condivisi, come le povertà e la possibilità di trovare soluzioni).
L’associazione fu battezzata da una persona che in qualche modo l’ha ispirata. Una persona della quale prima o poi parlerò. La chiamammo “Tulime” che in swahili vuol dire “Coltiviamo!”. Non imperativo ma “congiuntivo esortativo”. E in un colpo solo avemmo il nome dell’associazione (Tulime) e il payoff che tanto ci piaceva perché ci sembrava contenesse in se due caratteristiche che avremmo voluto fossero proprie del nostro impegno: l’esortare e al tempo stesso il congiungere.
Mancava il logo. Mancava l’immagine. Tornai allora con la memoria alla foto che avevo scattato qualche settimana prima. Quei piedi sul fango ancora echeggiavano dentro di me. La mandai al mio amico Paolo (che è il più grande mago che conosco e che mi onora della sua amicizia) e gli chiesi di trasformarla in un logo.
Questo è il risultato. Non un logo. Non un’immagine. Ma un’icona. Con dentro tutti i nostri significati. Con dentro il nostro significato
“Chi non ha scarpe non ha ragione mai”. Andare scalzo e tornare con le scarpe. Andare con le scarpe e tornare scalzo. Contaminarsi. Lo spazio neutro di negoziazione. Se fossi nelle tue scarpe. Camminare con le gambe d’altri. Vedere la terra. “Le vostre idee cammineranno sulle nostre gambe”.
Questo post è per celebrare un’associazione. Che è fatta di tante persone e al tempo stesso è più della somma di esse. E’ per celebrare il mio amico Paolo che ci ha regalato questa icona.
bellissimo! tu non puoi saperlo, ma l’africa è un mio grande sogno… non quella patinata dei grandi resort, ma quella della natura incontaminata, dove abbracciare un baobab, le grandi distese e i profumi dei mercati… stare tra la gente vera… quella gente a tratti così povera ma cosi dignitosa…. viverli ed assaporare quell’atmosfera che io credo magica…
io credo che pur non essendoci mai stata, il mal d’africa esista e sia incurabile…
speriamo che prima o poi riesca ad andare all’appuntamento con questa terra!
e voi siete fantastici ad avere dato vita a questa cosa. il logo è perfetto!
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Grazie per il complimento anche se sul “Mal d’Africa” nutro qualche dubbio…se hai una così grande passione dovresti proprio fare questa esperienza allora…
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perchè dubbio??? secondo me si rimane talmente rapiti… eh si… quando la famiglia lo permetterà! mo pare na cosa mafiosa! 😀
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la “famigghia”…l’avevo capito che non era in “senso mafioso”…quando finalmente andrai ti renderai conto che anche questa storia del “mal d’Africa” è storia di turisti facoltosi seduti sulle sponde di un fiume africano con un Martini gelato in mano e il “negretto” in giacca bianca pronto ai loro ordini…il Mal d’Africa e roba da Hemingway (che per il resto amo molto) o da Karen Blixen..questo naturalmente è il mio punto di vista…
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eh ma io non andrò mai nell’africa patinata che hai appena descritto… di quella non mi importa e posso trovarla anche qui a capri,..
io ho il desiderio spassionato dell’africa vera, quella di cui ad esempio la vs associazione si occupa… e io credo che incontrarli e vedere la dignità dai loro occhi… oppure camminare scalza come dici tu nei villaggi…. boh, non ti so spiegare!
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Non ho pensato solo un momento che tu volessi vivere l’Africa patinata…dico solo che per me sta storia del “mal d’Africa” è una storia da Africa patinata…
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ahhhhhh! e scusa! non avevo capito! boh! speriamo di andare presto e scoprirlo! buona giornata!
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Davvero te lo auguro…in Africa non c’è alcun “male” se non quello che ci portiamo dietro noi da questo luogo “malsano”…
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“Tulime” è una parola bellissima, ha un suono magnifico 🙂
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Grazie Giuliana…anche a me è piaciuta subito…da primo momento che l’ho sentita…in generale lo swahili è una lingua molto bella
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Bellissimo. L idea, il simbolo e il racconto. L Africa ha molto da insegnarci. Un abbraccio
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Grazie di cuore. Davvero l’Africa ha molto da insegnarci.
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Mia figlia vive in un pezzo d africa anomalo perche di africa ha poco se non la semplicita del vivere. E non e per niente poco… 😊
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Magari non è una cosa da chiedere pubblicamente…ma sono curioso di sapere dove vive…
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Capoverde… vive e lavora ☺
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Non è africa ma credi, se ci vivi e non sei solo un turista, impari…
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E’ un’Africa un po’ protetta…ma sempre Africa è…
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Pocera bimba mia… a 23 anni meglio cosi.
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Si, a 23 anni un po’ di “protezione” fa bene…
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Eh si… alle mamme serve moltissimo 😆😆😆
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Le mamme dovrebbero andare più spesso in Africa…
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Fine aprile… 😉
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e’ la prima volta?
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Nono… ho viaggiato parecchio per lavoro in estremo oriente. L’ Africa è sempre stata per turismo. Sofia ha scoperto capoverde durante una vacanza in un momento di riflessione ed ha deciso di vivere ritmi diversi e di ricercare la “semplicita”… io sono già scesa una volta e ora vediamo. Mi hanno offerto un attivita… 😆😆😆
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Ti auguro allora veramente che sia l’inizio di una nuova storia…
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Sarà ciò che sarà. Godere i colori forti del mare per me è già tanto… se poi dovrò trasformarmi in qualcge cosa d’altro in un altro posto… bene cosi… esperienza. Di certo in “quei” posti maturi l avversione per il turista ☺
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Grazie mille 😆😆😆
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