Io ti conosco,
tutto ti conosco
dal bosco ai piedi del Palatimone
fino al pennone della tua cima che di nubi impavesi
nei mesi che precedono l’estate. Continua a leggere “Il codice della paura”
Io ti conosco,
tutto ti conosco
dal bosco ai piedi del Palatimone
fino al pennone della tua cima che di nubi impavesi
nei mesi che precedono l’estate. Continua a leggere “Il codice della paura”
Il territorio può essere letto in molti modi. Ognuno di noi possiede molteplici chiavi di interpretazione prodotte dalla propria esperienza, arruginite dai preconcetti o ben oleate dall’amore per l’universo.
Il territorio può essere letto in molti modi e ho trascorso una settimana a rileggere un luogo che negli anni ho avuto la fortuna di rileggere tante volte, i cui capitoli mi sono noti, da quelli più famosi a quelli più sconosciuti. Continua a leggere “Il capitolo segreto”
Io sono immerso nell’acqua trasparente del golfo.
Veronica si arrampica adesso sugli scogli.
Il Piccolo scende invece la scala di pietra a piedi scalzi.
L’aura tiepida di Zaccheo mi appare con chiarezza attraverso i muri della casa. Continua a leggere “Un attimo di traslucenza”
So cosa c’è oltre il Palatimone.
Me lo hanno insegnato le corde
e una cometa che in una sera di febbraio
mi ha condotto attraverso la roccia
nel bosco dove la memoria è smarrita. Continua a leggere “So cosa c’è”
Anni fa mi sono imbattuto in un libro di Michael Pollan dal titolo “La botanica del desiderio“. In questo interessantissimo saggio Pollan propone una tesi molto originale. Non soltanto sostiene che le piante non siano li, passive, a farsi mangiare ed usare da noi (e questa era una considerazione che sulla base dei miei studi avevo già maturato dentro di me), ma che addirittura siano in grado di manipolarci, un po’ come fanno alcuni fiori con le api, per le loro finalità. Continua a leggere “La botanica del bisogno”
Stewart Brand disse che la fotografia della terra (scattata da un satellite artificiale nello spazio), che mostra il globo azzurro orbitare in spirali e vortici di nuvole, è stata una pietra miliare per la consapevolezza umana e per il successivo sviluppo di tutto il movimento a favore dell’ambiente del nostro pianeta e della sua tutela.
Una delle immagini che troneggiano a casa mia è proprio un enorme poster in cui il protagonista è appunto il nostro pianeta visto dall’alto. In tutta la sua meraviglia. In tutta la sua delicatezza. In tutta la sua incomparabile dolcezza. Continua a leggere “Volare per comprendere”
Amo molto le montagne. Avrei serie difficoltà a vivere in un posto dal quale non si veda almeno il mare. Ma credo che ne avrei altrettante a vivere in un posto senza le montagne. Una delle mie prime attività di cooperazione internazionale prevedeva (poi il tutto si ridusse ad una consulenza a distanza…ah benedetta cooperazione allo sviluppo!!!) la mia permanenza per 25 mesi su un isola alla foce del Rio delle Amazzoni: l’isola di Marajo, in Brasile. Un isola grande quanto la Sicilia con il punto di massima altimetria piazzato a quota 7 metri sul livello del mare (anzi su quello del fiume)! Provavo un senso di claustrofobia solo a studiare le carte. Continua a leggere “Creatori di nuvole”