Da quasi sette mesi mi curo di questo spazio. Qualcuno ha scritto che curo il mio blog come fosse un giardino. Questo complimento mi ha veramente onorato e sono molto grato alla persona che lo ha scritto.

Ma proprio come nel caso della cura e della coltivazione del mio giardino, anche quella del mio blog fa sorgere in me una serie di interrogativi.

Nel primo caso le domande che mi pongo, per esempio, sono:

  1. ma come ho fatto quest’anno a confondere le piantine degli zucchini con quelle delle zucche (confusione che produrrà un’iperproduzione delle seconde che finirà per porci il problema dell’utilizzo e della distribuzione)?
  2. è una mia sensazione o da quando ci sono le arnie con le api il mio giardino è molto più rigoglioso (domanda non peregrina visto che io sono uno capace di convincersi di cose non vere purché mi piacciano)?
  3. in che maniera funziona il cuore di un padre che immolerebbe se stesso per proteggere i propri figli ma quando vede uno dei due mentre pesta una piantina di pomodoro avrebbe voglia di darlo in pasto alle galline (voracissimi carnivori, nonostante quello che si creda, il che testimonia la loro diretta discendenza dai dinosauri)?
  4. e infine come è possibile che un uomo notoriamente “generoso” come me al momento di elargire, anche a perenti stretti, una soltanto delle sue melanzane (o ancora di più uno dei suoi barattoli di caponata) si trasforma in uno dei personaggi verghiani più legati alla “roba” fra tutti quelli narrati dal famoso autore siciliano? 

Questi gli interrogativi che la cura dell’orto e del giardino fa nascere. 

Nel caso del blog invece le domande sono decisamente più complesse, cose del genere: per chi scrivo? Perché scrivo? Chi mi legge? Perché mi legge? Questa vena scaturita così violenta ed improvvisa, quando non me lo aspettavo più, è destinata a durare oppure si sta già esaurendo?

Fino a qui le domande serie.

C’è poi una sezione del blog che mi mette davanti molteplici domande forse non altrettanto serie ma non per questo meno importanti.

La sezione in questione è quella delle statistiche, sezione alla quale ogni tanto do un’occhiata (bugia: la controllo quotidianamente e con cupidigia!). Per chi non conosce lo strumento la sezione in questione da informazioni su una serie di cose che capisco (numero di visite, di visitatori, di “mi piace”, di commenti, incrociando poi il tutto con i giorni, le settimane e i mesi, post letti e quante volte, paesi dai quali ti leggono, numero ed identità delle persone che ti seguono, ecc.) e una serie di altre che non capisco (referente? Link? Autore? Pubblicizza?).

E qui vengono fuori le domande che veramente possono cambiare il corso di una vita:

  1. perché il 18 maggio ho avuto 461 visualizzazioni e ieri 148;
  2. perché le persone dovrebbero preferire visitare il mio blog di mercoledì e alle 9 P.M.;
  3. chi e perché oggi ha voluto recuperare il mio racconto “Anna corre” pubblicato più di sei mesi fa;
  4. infine mi turba già molto che qualcuno visiti il mio blog dall’Oman, dal Giappone o dall’Algeria ma davvero mi chiedo, senza risposta mi chiedo, senza darmi pace mi chiedo: ma perché qualcuno e soprattutto chi si è collegato al mio blog dall’Isola di Man?

38 pensieri su “Domande senza risposta

  1. Credo siano davvero domande senza risposta. I paesi da cui visitano il mio blog sono mediamente più “normali”, ma hai mai provato a vedere le parole chiave attraverso cui la gente arriva al tuo blog dai motori di ricerca? Quando altri le pubblicavano avevo una mezza idea che ci aggiungessero qualcosa per renderle più spassose, invece ho dovuto ricredermi. Per dire, nell’ultimo mese ci sono arrivati cercando “come far passare la rabbia a un leone”, che è pur vero che io scrivo di leoni a colazione, ma se qualcuno scopre la ricetta per fargli passare la rabbia, mi piacerebbe molto la condividesse. Il mese prima cercavano un “fiore che schiude alle 17”. Non è che ne hai uno nel tuo giardino? E ancora si parla di un “eroe del cinema che ha paura dei serpenti”, la cosa mi incuriosisce, non credo di averne mai scritto, però è uno spunto interessante. Per non dire di “Iliade, non c’è uomo che possa evitarla”. Vabbè, dai non è poi così brutta, non vi pare? Tralascio le ricerche basate su termini pornografici che francamente… boh… 🙂

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    1. Qualche fiore che si apre alle 17 nel mio giardino ce lo ho…come è che non sono arrivati al mio blog? Ma questa cosa da quale parte delle statistiche si vede? Comunque di questa cosa anche se su scala globale ne avevo scritto sul blog…magari ti va di leggerlo: https://adoraincertablog.wordpress.com/2015/12/16/il-qi-di-un-paese/ e https://adoraincertablog.wordpress.com/2015/12/17/australia-australia/ e per finire https://adoraincertablog.wordpress.com/2015/12/17/non-solo-sono-romantico-ma-sono-anche-vecchio/

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  2. Le zucche sono riciclabili, ottime da mangiare, e, soprattutto come ripieno per i tortelloni; cercando di abbinare qualcosa di acido, tipo mostarda di cremona :-D.
    Per quanto riguarda le domande “serie”: i misteri dell’informatica, e della comunicazione digitale, sono più di quanto si possa immaginare 😀 … Benvenuto nel club 😉

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        1. Intanto io la utilizzo sbollentadola in pochissima acqua, poi passandola e usandola per colorare il risotto…
          La aggiungi all’ultimo, come fosse una vellutata ( urge però pecorino: la zucca ricca di vitamina B è talmente insapore…)

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          1. Francè, c’è una domanda che mi si affaccia di tanto in tanto quando rispondi in simultanea ( a proposito: ancora devi rispondere alla mia “famosa mail”): ma la tua metà che fa mentre tu digiti?
            Mio marito sta litigando con la stampante, giusto per par condicio

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              1. Francesco, io avevo il sogno di continuare a coltivare il pezzo di terra dove affaccia il palazzo; l’ho fatto per un pò, ma per problemi di periartrite e tendiniti e ho dovuto desistere
                ( mio marito non collabora, per inciso).
                In passato veniva comare Carmela , una cara signora amica di mia suocera ( si son incontrate in un mondo migliore) e ci son riuscita grazie a lei.
                Poi ho cominciato a piantare salvia, rosmarino, alloro, lavanda ( faccio i mazzetti per profumare la biancheria), erba citronella.
                Mio marito l’anno scorso ha voluto piantare due melograni che han cacciato così tanti frutti che non sapevamo che farne.
                Ho provayo con il risotto, ma mio marito ha bocciato l’esperimento ( nonostante l’ uso dello scalogno, nulla ha attutito l’amaro del melograno al quale lui stesso aveva spremuto i chicchi).
                Li ho potati selvaggiamente e mi sa che quest’anno la produzione sarà raddoppiata.
                Tu hai il problema delle zucche.
                Io dei melograni!!

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  3. Rispostine cattive: ami le piantine di pomodoro più di quanto tu ami tuo figlio, ma non ami abbastanza le galline, perché un simile pasto, troppo proteico, potrebbe risultargli fatale per indigestione e, più di ogni altra cosa, ami le melanzane! (a tua discolpa dirò che la parmigiana è un cibo favoloso!) 😉

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