Nuovamente a colazione. Ed ogni giorno bisogna inventare un gioco nuovo perché al mattino fa bene ridere un poco. “Piccolo facciamo un gioco…mettiamo che fra una decina di anni andrai via da casa…magari per studiare in un’altra città e dovrai farti la spesa da solo…cosa comprerai al supermercato?”.

Solleva lo sguardo dalla tazza, ci pensa un attimo e mi dice: “Ma papà allora non si farà la spesa al supermercato..la ordinerai con il computer…”. Poi evidentemente sente il bisogno di chiarire il suo pensiero: “ma non per il coronavirus…per il FUTURO”. E dopo tre settimane durante le quali per amore e per forza l’orizzonte si è chiuso attorno, e non un centimetro oltre, alla pena/gioia quotidiana, per la prima volta e grazie al Piccolo sono tornato ad abitare un luogo che avevo quasi dimenticato: il futuro.

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