Siamo in macchina per il quotidiano trasferimento da casa alla città. La formazione è quella classica. Il Piccolo sul “sediolo” a destra del sedile posteriore. Il Grande a sinistra del medesimo sedile. Veronica alla guida del “potente mezzo”. Io: navigatore.
Siamo quasi allo svincolo di Capaci quando ci accorgiamo di qualcosa di veramente insolito: il Piccolo non ha ancora “spiccicato” parola. A quel punto la mamma generalmente viene fuori con una frase del tipo: “ma cosa ha il Piccolo che non parla? Ci dobbiamo preoccupare?“. Il Piccolo a quel punto “emette” (rassicurandoci così che non si tratta di silenzio patologico ma di “pausetta di riflettizione”) secondo una sequenza standard: a volte “mamma…mamma…mamma” o più spesso “papà…papà…papà“. “Che c’è Piccolo?“. Brevissima pausa e poi: “ma quando uno muore dove va?“. E fino a qui ci supporta l’abusata metafora celeste: “Piccolo le persone quando muoiono vanno in cielo“.
Sentiamo dentro che la questione non si chiuderà lì: “ma poi non tornano più?“. Sappiamo che alla nostra risposta può conseguire da li a poco una scena del tipo: noi che tentiamo di scaricarlo alla’asilo e lui, attaccato modello cozza ad una coscia a scelta fra la mia e quella di sua madre, che ci guarda dal basso verso l’alto con occhi da Gatto con gli Stivali da Shrek e dice cose sul genere “non mi lasciale a ccuola…poltami a casa con te che magali mentle non ci sono tu muoli“. Pur consci del rischio che stiamo correndo non riusciamo ad andare oltre un: “si Piccolo quando le persone vanno in cielo non tornano più“. A questo punto con voce tremante aggiunge ancora: “ma neanche se gli secca può scendere?“.
Io e mia moglie siamo impegnati in uno di quei disperati tentativi di collegamento telepatico nel patetico tentativo di concordare una risposta univoca, plausibile e consolatoria quando sentiamo giungere dalla zona posteriore sinistra dell’abitacolo un grugnito che sappiamo a cosa prelude. Il Grande, dall’alto della sua novennale esperienza, sta per regalarci una delle sue “perle” cariche di sufficienza e fraterna supponenza: “ma insomma lo vuoi capire che quando uno muore è morto per tutta la vita!“.
E con questa frase squisitamente surreale alla Campanile si chiude il primo capitolo mattutino del nostro libro famigliare dal titolo: “fra fisica e metafisica nel tratto dell’autostrada che va da Carini a Palermo“.
P.S.: il post è magistralmente illustrato dal Grande. Titolo dell’opera (dato dal Padre): “I belli e le bestie”
La logica dei bambini + inoppugnabile! 🙂
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Su queste cose i bambini (e i ragazzi preadolescenti) ti spiazzano sempre terribilmente, ne so qualcosa. Il mio “piccolo” tredicenne si fa tantissime domande su questi temi. Splendida la frase surreale del Grande! 🙂
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forse meglio ancora di così…inoppugnabile perche surreale…inoppugnabile perchè contiene in si l’affermazione e il suo contrario…loro vivono ancora in un mondo “indiviso”…
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I bambini sono meravigliosi nella loro semplicità… fagli l’ esempio dei fiori di jung la prox volta: c’è qualcosa che non muore mai finché vive nel cuore 😀 Felice giornata 😀
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Magari un po’ complesso per un “nano” di tre anni e mezzo…però ci provo..
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Vale la pena. Io ricordo con i miei, spesso andavamo a portare i fiori al cimitero… funziona ed ha anche la proprietà di essere sincero 😀
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I riti sono fondamentali…e come tali “perduti”…proprio ieri sera discutevamo con mia moglie dell’importanza di vivere una vita “ritualizzata”…noi lo consideriamo un valore fondamentale…
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Bella riflessione… mi domando quale sia il valore del rito all’interno di una società e cosa pensare di una società non ritualizzata o con dei riti che non le appartengono… poi penso alla religione cristiana che per affermarsi a dovuto sovrapporsi con riti e simboli ad altri già esistenti…Per me, per quanto mi riguarda ho sempre dato la massima importanza alla ritualità nella “conduzione” della mia famiglia: ho sempre pensato fosse un modo per dare radici e consapevolezza. Nel macro la situazione credo sia diversa e molto complessa…
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Il rito comunque è un elemento della vita degli uomini che ha un valore assoluto…e come dici tu, lo sanno bene anche “le religioni”…
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E lo sa bene una società che sta eliminando valori attraverso la banalizzazione dei riti… Tutto questo merita riflessione. Grazie mille 😀
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Mia cara il fatto che riusciamo a mettere assieme almeno una “riflessione” al giorno mi sembra un risultato (tornando a quanto discusso ieri circa il valore di un blog) eccellente!
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si…poi i bambini riescono ad essere terribilmente truculenti…
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Si sono d’accordo. E la meraviglia ancora migliore è quando questo strumento consente “cerchi” di sensibilità e pensiero attraverso e nonostante la quotidianità 😀
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Continuiamo a fare circolare allora…
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Ah beh… certo… e tra una telefonata e una mail si impara. E molto…. 😀
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per poi “farne qualche cosa”…no?
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Naturalmente… fare esperienza ed essere migliori… 😀
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e regalare agli altri questa esperienza…metterla al servizio degli altri…credo ceh questa sia per me una vera fissazione…
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E’ una fissazione che stimo e rispetto molto. Se hai tempo e voglia, tra i miei contatti sul blog ci sono molte persone che io stimo e giudico di valore. Sotto molti aspetti. Fatti un giro 😀
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Lo farò volentieri…grazie.
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Secondo il tuo “piacere”. Credo che il blog possa essere un formidabile strumento di crescita, confronto ed anche “divertimento” intelligente. E come dissi, sono una donna fortunata 😀
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…e come dice anche Jovanotti…
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Esatto 😀
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la piccola principessa del trio gemino, quando aveva tre anni, guardando una fotografia che mi ritraeva con i miei genitori mi disse:
nonna quella sei tu quando eri giovane?
si, risposi io
nonna ma chi sono quei due con te?
sono i miei genitori – le risposi – adesso sono in cielo perche’ sono morti
oh poverini, nonna, chi li ha ammazzati?
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i bambini sanno essere molto truculenti…
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😜
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