Questo e nient’altro

Questo e nient’altro

In verticale con il nucleo c’è il pozzo.

E un tratto d’arco a fingersi segmento

per il poco cemento, per l’orto e la terra.

Di nuovo verticale ad incontrare il cielo

dove allignano alberi e gli uccelli giungono

da luoghi inimmaginabili e ci regalano

canti e colori.

Odori nell’aria a questa geometria sottesa

e la sorpresa sempre nuova dell’alba,

e la sorpresa sempre nuova del tramonto.

L’attesa del racconto alla sera.

Gli occhi di Vera, le risa dei bambini.

Credo che questo e nient’altro

sia la mia casa.

Dove abitano gli uccelli

Dove abitano gli uccelli

Dove abitano gli uccelli
lì vorrei accasarmi anche io.
Se Dio non si offende
preferirei disertare
il consesso umano
e rinunciare alla mano
per chiedere in cambio le ali.
I mali del mondo
sorvolare allora
e ancora al pantano
dragare il fondo
con paziente becco.
Lo stecco reputare importante
e lasciare alla gente
l’immagine di me
contro il ponente,
di me immemore di tutto,
di me che nulla più stimo,
le piume contro l’ultimo sole,
le zampe immerse nel limo.

Sembrava

Sembrava

Stamattina mi sembrava di essere sull’altopiano.

C’era lo stesso vento. Per la verità non proprio lo stesso. Quello di oggi odorava di mare in tempesta mentre sull’altopiano si respira un vento che sa di terra d’Africa, di eucalipti e di lontananza. E porta odore di Malawi, e di Zambia e io a volte riesco perfino a sentire il profumo del Lago Nyasa, lo stesso di quando mi sveglio la mattina e ne percorro le sponde colmo di una gioia inesprimibile. Continua a leggere “Sembrava”