La giustizia dei bambini

La giustizia dei bambini

Eravamo all’inizio del nostro lavoro in Africa. Ancora in quel tempo in cui accadeva che come citrulli ci dessimo, di tanto in tanto, alla distribuzione di caramelle.

Fila di bambini davanti a noi, altri che ne arrivano da tutte le parti richiamati da quella misteriosa e silenziosa sirena che in situazioni di questo genere nei villaggi sempre si attiva.

Forse qualcuno fa il furbo, forse dopo avere preso la prima si rimette in fila. Forse qualcuno invece è troppo timido per reclamare quel che gli spetta e resta in disparte.
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“Chi coltiva, abbracci!”: il XIII MITIng di Tulime

“Chi coltiva, abbracci!”: il XIII MITIng di Tulime

Mi piace giocare con le parole. Mi piace giocare anche con i numeri. Alla fine numeri e parole sono le cifre attraverso le quali raccontiamo a noi stessi e agli altri il mondo.

Contribuiscono a creare una complessa mappa simbolica di ciò che è e di ciò che è stato nello spazio e nel tempo, raccontano di tutto lo sforzo combinatorio prodotto dall’universo in questi miliardi di anni e loro stessi finiscono per combinarsi fra loro per produrre innumerevoli altre realtà possibili, innumerevoli altri universi.

In qualche modo parole e numeri, superata la fase della rappresentazione, finiscono per partecipare ad una fase creativa, come scrivevo in un mio post di qualche tempo fa (“Tlön, Uqbar, Orbis Tertius” ).

Mi piace giocare con le parole. Mi piace giocare anche con i numeri. E adesso ci siamo nuovamente. Siamo alla vigilia del “nostro” tredicesimo MITIng. Del tredicesimo MITIng di Tulime, dell’Associazione di cui faccio parte.
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Rendersi conto

Rendersi conto

Francesco è da qualche giorno in Tanzania. Come Roberta anche lui è un artigiano. Con Roberta, che da anni è la stilista che segue e nutre il nostro progetto Mani d’Africa, da giorni lavora alla nuova linea di prodotti 2017/2018 portando tutta la sua abilità di artigiano capace di lavorare i metalli (fra le altre cose) per produrre “gioielli”. Continua a leggere “Rendersi conto”

Ephraim ed io

Ephraim ed io

Ho un amico. Ho un amico che vive molto lontano da qui. Ieri ne parlavo con il mio Ragazzo durante la nostra passeggiata serotina e mi è venuta una grande nostalgia e forse anche per questo oggi scrivo.

Questo mio amico si chiama Ephraim (anche se tutti lo chiamano Mr. Mazengo) e quando ci vediamo, le poche volte che riusciamo a colmare la distanza, camminiamo mano nella mano, perché al suo paese si usa così.

Questo amico mi corrisponde, mi fa da contrappeso. Io e lui costituiamo una coppia attraverso la quale io posso equilibrare il mio stato sul pianeta. Riesco a rallentare abbastanza la sua rotazione da non essere sbalzato nello spazio profondo, non troppo ad evitare che il mio peso eccessivo mi pianti al suolo. Continua a leggere “Ephraim ed io”

L’ufficio dei Bambini – Offici ya Watoto

L’ufficio dei Bambini – Offici ya Watoto

Cosa vuol dire la parola ufficio? Il dizionario mi dice: “Compito, dovere, obbligo, spec. con riferimento a un ruolo, a una funzione“.

Ci arrivano le prime immagini della “struttura” che grazie alla generosità di alcuni donatori abbiamo cominciato a costruire per i bambini del villaggio di Pomerini.

Da settimane ci scervelliamo alla ricerca di un nome. Abbiamo tentato di cercarlo all’interno di quello “spazio neutro di negozziazione” che sempre tentiamo di praticare assieme alla gente del posto, ai nostri amici ed ospiti di Pomerini. Continua a leggere “L’ufficio dei Bambini – Offici ya Watoto”

Terra rossa

Terra rossa

Sembra che non dovrò più sentirne il bisogno, provarne nostalgia. Vado via da li e penso “forse è l’ultima volta” e non sento tanto male dentro perché ogni volta troppo forte è l’onda di emozioni che mi travolge mentre sono li e me ne vado quasi con sollievo.

Poi piano il bisogno di quei luoghi, di quelle persone ricomincia a crescere.

Oggi, nuovamente sento forte il bisogno di andare. Di tornare.

le parole che seguono le ho scritte alla viglia di una delle mie missioni in Tanzania.

Valgono anche oggi. Continua a leggere “Terra rossa”