Per comprendere a fondo il senso di questi giorni bisognerebbe lasciare per qualche tempo la casa.
Prima di tutto bisognerebbe andare sui monti. Sull’Etna, o su Pizzo Carbonara, li dove l’isola finisce e comincia il cielo, li dove la neve è spessa e racconta già di strati figli dei giorni di un inverno vero. Continua a leggere “Bisognerebbe” →
Una lama di vento sfiorò il tetto di coppi antichi e piegò i rami d’apice del nespolo sui quali resistevano ancora pochi fiori immacolati.
Fu abbastanza perché il profumo giungesse alle mie narici. Continua a leggere “Frammenti” →
Dietro l’angolo di Via dei Magazzini le rondini fuggivano come fossero bambini.
Sono nato in settembre. Non ancora in autunno, ma alla fine dell’estate. In quel tempo in cui, qualunque sia la tua età, ti aggiri per le spiagge della vita mentre tutto sembra confermarti che un’estate ancora incrollabile è nell’aria, ma già senti che da qualche parte la diga sta cedendo, senti in un angolo della tua mente o del tuo corpo uno scricchiolio, un odore di salsapariglia, il canto che fa l’autunno quando, dolcemente, si sostituisce all’estate. Continua a leggere “La dodicesima estate” →