SI

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Ieri sera il Grande non stava troppo bene. Forse uno “street lunch” di troppo. Poi con lui è veramente difficile capire quello che succede. Se si tratta di un problema psicologico, se si tratta di un problema psicologico che ha refluenze sul suo corpo, se si tratta di un problema fisico che refluisce sulla sua psiche, se si tratta di cacarella da interrogazione imminente, o più semplicemente, voglia tardiva di dormire con i genitori. Fatto sta che la lettura risulta sempre più complessa e ancora di più la decodifica e l’interpretazione.Stamattina, mogio e apatico, guadagna il sedile posteriore della macchina (non è insignificante che il fratello piccolo invece segga in quello a fianco del guidatore) e partiamo per il quotidiano servizio di scuola bus.Io, che anche in questo gli assomiglio, a fronte della sua opacità colposa sviluppo un’apprensione dolosa e dolente che mi porta a chiedergli ogni cinque minuti: “Zac come va? Zac come ti senti? Stai meglio?. Lui ad ogni “stai meglio?” si limita a bofonchiare un appena udibile “si…si”. Forse al decimo “stai meglio Zac?” seguito dal decimo “si…si” Cesare, fino a quel momento apparentemente disinteressato alla cosa, esce per un attimo dal suo isolamento naturalistico (oggi per fortuna l’argomento del giorno verte su certe scimmie che ci sono solo in India e che prima l’uomo stava distruggendo ma che adesso ha deciso di proteggere…) e rivolto al fratello dice: “Zac se dici si si non sei CREDIBILE…se vuoi essere CREDIBILE devi dire SI e basta”. Il grande tenta sommessamente di argomentare circa il fatto che il fratello piccolo sia senza scrupoli, che troppo poco si preoccupa dei tanti pensieri famigliari ai quali lui non vuole aggiungerne di nuovi. Ma è fatica sprecata. Il Piccolo ha già ripreso perfettamente il possesso di se stesso e della situazione e forte dei suoi SI lapidari e monolitici si rende credibile agli occhi del mondo che lo circonda.