Quando poi, finita l’opera,
ti ritirasti sul monte
giunse la prima sera
e il mondo era tutto li davanti.
La fonte che stillava diamanti d’acqua,
una bava di vento a carezzare gli armenti,
il lento svolgersi del fiume sulla piana,
piume d’ogni colore a impreziosire il cielo.
E dietro il velo di una caligine nuova
una subitanea vertigine ti colse
nel vedere quell’essere fragile al quale
avevi assegnato l’onere immane del racconto.
Stamane allora dalla cima del tuo trono
per l’amore che per noi, dicono, nutri,
nel settimo giorno del tuo riposo,
della rima ci hai fatto dono.