Su quella pietraia che ben conosco crescono fiori rari. Lontani dal bosco, lontani dalla sorgente, lontani sembrano persino dal cielo che li sovrasta. Basta un alito di vento perché il loro profumo intenso mi raggiunga. È allora che di quella pietraia colgo il senso.
Il freddo, la pioggia che seguono una primavera precoce. Tutto è zagara attorno che dal vento adesso si lascia sfogliare e ci dona questo profumo gelato, della terra il profumo più dolce. Continua a leggere “Il profumo più dolce”→
A ottobre quel muro di profumo di fiori di nespolo. Fra il chilometro quattro e il chilometro tre. Ad aprile quel muro di profumo di zagara d’arancio. Fra il chilometro quattro e il chilometro tre. E io che ci passo in mezzo e mi restano impigliati al cuore brandelli di quesi profumi, e provo a metterli sulla carta. Ma è mai possibile che finisca per scrivere sempre e solo di questo?Continua a leggere “Profumi perduti – Spring edition”→
Dicono che fra qualche giorno tornerà un po’ di inverno. Intanto qui viviamo una specie di primavera. Ma siamo già pronti alla primavera? Siamo già pronti ad incontrarla? Lo siamo mai stati?Continua a leggere “Una finta primavera”→
Il fiume scorre lentamente fuori dalla gola all’interno della quale la roccia lo costringe per un lungo tratto. Appena fuori non è più Sosio e diventa improvvisamente Verdura.
San Carlo è presidio bianco a guardia della porta. In questo luogo nuovo già crescono radici.
Il fiume scorre lentamente e, non più costretto ad una rettezza lapidea, si concede una sinuosità di anse luminose nell’oro dei pioppi che incontrano l’inverno.Continua a leggere “Un profumo nuovo”→
Non c’è profumo per me che possa competere con quello dei fiori del nespolo. Ed è questo il tempo.
Non c’è per me profumo più dolce forse perché mi si è impresso nel cuore in tutti gli anni passati fra i nespoleti di Trabia, forse perché è il profumo della mia infanzia, del tempo in cui tutti sono buoni.Continua a leggere “I fiori del nespolo”→
La strada di sempre che ogni mattina conduce Zaccheo a scuola e me a lavoro. Un autunno che non si trasforma in inverno e che offre ancora doni e profumi primaverili. Tutto nell’arco di pochi secondi, di pochi chilometri. Un profumo inatteso, un istante perso a cercare di recuperare un ricordo, non abbastanza tempo per crearne uno nuovo.