Ho una poesia in pizzo,
come si dice in italiano?
Sulla punta della lingua,
e prima che l’ispirazione si estingua
devo mettere mano alla penna,
devo darle una ragione d’essere,
un motivo per esistere, uno scopo,
un prima e un dopo.
Senza insistere troppo
sulla necessità della rima
devo sciogliere il groppo,
devo, per prima cosa,
partorirla, vomitarla
per poi ricomporla e darle forma.
Una torma di versi
mi si accalca in testa,
un festa di strofe e parole.
Quel che resta è quel poco
che supererà il vaglio
del mio zoppicare sulla via,
del mio lento incedere sul foglio,
delle piaghe che il tempo infetta,
della fretta che ho
di chiudere questa poesia.