Una mattina perfetta

Se devo immaginarmi

una mattina perfetta

mi piace immaginarla così,

com’è oggi.

Nuvole belle

a fare bello il cielo,

nuvole d’ogni foggia

che curiose il cielo interrogano:

“Adesso il sole?”,

“Adesso la pioggia?”.

E poco fa, né più né meno,

il cielo rispose:

“vorrei adesso l’arcobaleno”.

Nel vento

Nel vento sono le parole,

nel vento è il canto

che a stento rivendico al giorno.

Nel vento è il verso,

nel vento la strofa

che posa sulla terra e germoglia.

Voglia la divinità

concedermi giorni ventosi

e sul sentiero che conduce alla cima

giunga, attesa,

della pioggia la rima.

Per ogni goccia un verso

Per ogni goccia un verso:

è questo il mio patto

stretto con l’Universo.

E fatto sta che lui

di questo si compiace

ed io trovo pace

dopo ogni rovescio.

Su questo guscio pianeta

che poggia sul vuoto

un unico voto ho fatto,

un’unica meta ambisco

da quando al mio tempo sono nato:

tributare un canto stonato

affinché la pioggia non smetta.

Per quel che vale

questa è la ragione per la quale

tanto di poesie racconto.

Piccola canzone d’amore per la pioggia

E poi, quando te ne vai,

mi resta dentro la sensazione

di non avere trascorso con te abbastanza tempo,

mi resta dentro il rammarico

di non averti contemplata a sufficienza.

E poi, quando te ne vai,

mi affligge la paura che non tornerai più a trovarmi,

mi tormenta il rimpianto delle tue carezze

che non sono stato capace di accogliere.

E poi, quando te ne vai,

mi nutro per un po’ della tua assenza,

in questa azzurrità illusoria,

e già la sete mi assilla

e vivo nell’attesa che tu torni

a percuotere la terra che cammino,

in cui cerco ancora il tuo profumo.

Anzi mille

Anzi mille

Ogni giorno al cielo

elevo due preghiere,

anzi cento.

All’alba le lodi

che svegliano il vento,

i vespri al tramonto.

Eppure un’altra

nasce spontanea

quando sento l’acqua

giungere in bocca,

che sia di brocca

o sorgente,

non importa.

Un’altra, potente,

quando essa

incontra la mia pelle

di mare o di fiume,

di doccia o di pioggia,

ed ogni singola goccia

mi si rompe addosso

come fosse scintille.

Ogni giorno elevo

cento preghiere.

Anzi mille.

La tua voce ascolto

La tua voce ascolto

Ho visto il tuo volto

nel granchio che rimonta lento

la sponda del fiume.

L’ ho visto nel vento

mentre lo imprimeva sull’erba,

nelle piume, poche,

sotto l’ala della ghiandaia

l’ho visto.

Ho visto il tuo volto

ad ogni tramonto

quando il sole cala

sulla mia giornata.

Allora ho visto il tuo volto

ed oggi invece,

immerso nel suono della pioggia

la tua voce ascolto.

Ecco il gelo

Ecco il gelo

La pioggia apre
La porta al gelo
E il cielo lo accoglie.
Sulle sue stesse spoglie
L’inverno si incatena.
“A cena bambini!”,
I vetri appannati
Della cucina
E il sabato
che lento muore.
Il calore della casa
È un mio artifizio.
Nell’interstizio
Fra un pensiero e l’altro
un velo
A creare i sogni.
E da ogni parte
Giunge ed incombe
Il gelo.