Montagne verde acqua

Montagne verde acqua

Siamo in macchina. Io immerso in uno dei suoi monologhi che vertono inevitabilmente su argomenti elettronici ed informatici. Fino a che non porrò un limite lui continuerà senza sosta.

Dapprima mi sembra che la questione riguardi la differenza fra una certa “pista arcobaleno” la cui difficoltà cambia molto fra la wii e la switch e se in quest’ultima dopo la prima curva sei ancora primo allora sei una vera “celebrità”.

Poi si torna su una discussione già affrontata la sera prima e che riguarda un certo numero di “bambini di quinta” che sul pulmino “vendono” ai più piccoli partite sulle loro consolle e cellulari di “contrabbando”. Solo a quel punto interrompo un attimo il flusso per ribadire la nostra posizione sull’argomento: “Cesare non sia mai che paghi per giocare”. E lui, qualificandosi per quello che è: “no papà, perché loro sono dietro ed io invece sono davanti e la signora che ci accompagna ci fa alzare solo quando dobbiamo scendere”, dichiarando apertamente che la rinuncia alla possibilità dell’acquisto è legata ad un fatto puramente geografico e non ha nulla a che vedere con qualche, non sia mai, sano principio.

E poi ad un tratto siamo oltre la seconda galleria, nell’altra bioregione, il nostro breve ed urlante “buon giorno al giorno” e uno strano ed inaspettato silenzio che cade fra noi subito dopo e del quale mi accorgo solo passato qualche secondo.

Mi giro e lo vedo con lo sguardo perso verso le montagne, quelle verdi in primo piano e quelle più lontane che già sconfinano nell’azzurrità di questo mattino di quasi primavera.

Da a questa inattesa tregua ancora qualche secondo e poi, senza mai staccare gli occhi dall’orizzonte, dice pari pari, tale e quale a come ve lo sto dicendo: “mi piace quando sto sulle montagne alte tutte piene di erba verde acqua, ed è nuvoloso e piove ed io sono avvolto in una coperta”.

Cesare Amore Mio, farfalla della mia vita, non ti amo per questo più di quanto non ti amassi già un minuto fa, ma adesso sento che vibriamo nella stessa brezza, adesso sento, nella pratica quotidiana della contemplazione che il nostro pianeta ci propone e che troppo spesso noi trascuriamo, di trovarmi veramente al tuo fianco mentre ci teniamo per mano.