L’Apoteosi

In queste ore Palermo vive la sua apoteosi. E’, al contempo, un’apoteosi divina e ferina e d’altra parte non potrebbe andare diversamente in questa città. Nelle stesse ore in cui il Santo attraversa le vie della città e viene esposto per la pubblica adorazione, sempre nella stessa città, sempre fra le stesse strade, viene catturato il Mostro ed immediatamente offerto al pubblico ludibrio.

E noi palermitani dove siamo?

Noi palermitani siamo dove siamo sempre stati (e dove probabilmente saremo per sempre), siamo nel mezzo, siamo nella comoda zona grigia, quella che più di tutti amiamo abitare.

Siamo il mostro? Non sia mai (nsa ma DDiu)!!! Noi siamo brava gente e l’esistenza del mostro ci fa sentire tanto più buoni. Noi quelle cose lì non le faremmo mai e uno come lui ci serve per sentirci automaticamente redenti dai nostri piccoli peccati, dai nostri egoismi sdruccioli che continuiamo, sdoganati dalla sua inarrivabile malvagità, a coltivare immersi nel traffico di questa città o all’ombra delle nostre case.

Siamo il Santo? No il Santo no. E come potremmo d’altra parte? Lui solo è il Santo, di Santo ne nasce uno ogni morte di papa (vedi un po’ le coincidenza inverse) e noi, poveri mortali, mai e poi mai potremo aspirare a tanta santità. In questi giorni continuiamo a dire e scrivere “non preoccuparti Santo, continueremo noi il tuo lavoro…portiamo noi la tua croce sulle nostre spalle…le tue idee cammineranno sulle nostre gambe” ma è chiaro che ognuno di noi sta pensando alle spalle degli altri, alle gambe degli altri.

E così continuiamo, redenti e salvati dal Santo e dal Mostro, nel nostro sereno incedere in tanto urbano grigiume. Peccato che per completare la trinità del nostro pantheon palermitano manch