Cicatrice

E quella cicatrice
fu confine
che una volta varcato
non consentì ritorno.
Fu bisettrice
che un’aria unica divise
per farne due vite:
ingiustamente esigua la prima,
immeritatamente lunga la seconda.
C’è chi dice
che questa croce da penitente,
come un monito,
da allora mi porto sulla schiena.
Io spettatore attonito,
tu attrice
morta sulla scena.

Madre Terra

Adesso so.
Quando ti dissero che dovevi andare
tu chiedesti di tornare
sotto un’altra forma.

Adesso so.
Tu non sei mai andata via dalla mia vita,
hai solo cambiato stato
per restarmi vicina.

Nel momento breve della scelta
avrai pensato a me in salopette sul fico,
avrai pensato a me sotto il cipresso solitario,
avrai pensato a me felice sotto la pioggia.

Avrai pensato di me
cose che non ricordo più,
cose che sapevano di vento,
cose che sapevano di acqua.

Per questo nel mondo selvaggio
sempre mi ritrovo,
perché sento la tua voce
che alle mie domande di nuovo risponde,
perché ritrovo le tue mani
che a me stesso mi restituiscono.

Uno strano paese

Il paese del pianto

è uno strano paese,

non ci sono negozi

ma ci sono le chiese

dove a sera si sente

una nenia leggera

come un canto di madre,

come fosse preghiera.

È uno strano paese

che sospende i pensieri

e del tempo di ieri

ti riporta ricordi,

delle voci scordate,

delle mani perdute,

degli sguardi leggeri,

delle foglie cadute.

Nello strano paese

ti ritrovo ogni volta

e mi guardi serena

come fosse trascorso

un secondo soltanto,

mi carezzi la mano

ed intoni il tuo canto:

“Ninní dormi che è tardi”.

Le parole che non trovo

Le parole che non trovo

Mia sorella scrive ieri. Di mia madre, di me, di noi.

Trova le parole che io non trovo per raccontare di una mamma che oggi compirebbe 85 anni.

Lo fa con le parole di un amore che solo lei è capace di restituire.

E tutto quello che scrive mi commuove e mi riguarda oltremisura.

Nutro un unico dubbio e qui lo voglio condividere con lei. Clo sono certo che il nonno fosse integro ma non sono sicuro che fosse felice. Per il resto solo: grazie. Continua a leggere “Le parole che non trovo”

Il futuro è già stato e non può cambiare

Il futuro è già stato e non può cambiare

Ci sono bambini che adottano volentieri i nomignoli che gli danno i genitori. Cesare per esempio tiene moltissimo al nome che gli ho dato io che è “Farfalla”, nome che a dire di tutti descrive bene la sua personalità e il suo atteggiamento in tante cose.

Ci sono poi alcuni bambini più strani che il nomignolo se lo danno da soli.

Infine c’è l’ultima categoria, ma per quanto ne so io sono l’unico ad apparttenervi, che in tenera età si inventano non solo un mone ma anche un cognome di fantasia. Continua a leggere “Il futuro è già stato e non può cambiare”

A Mia Madre

A Mia Madre

Mia madre mi ha accompagnato per le prime 10 estati della mia vita. Poi è andata via. Per alcuni anni non è più stata con me. Non c’era più.

Poi è tornata. Ma aveva un volto e una voce diversi. Aveva un nome diverso: prima si chiamava Graziella e poi Silvana. Anche il suo carattere era diverso e non è stato facile accettarla, non è stato facile riconoscerla. Continua a leggere “A Mia Madre”

Reginè quan stiv cu mic

Reginè quan stiv cu mic

Qualche giorno fa in un post, che a tutti gli effetti è stato un tentativo fallimentare di contrastare la predominanza di mia moglie e dei suoi post della serie Demolition, scrivevo del mio cibo preferito: i fiori di zucca.

Loro sono veramente totalizzanti. E’ un po’ come l’amore che nutro nei confronti di Francesco Guccini e della sua musica: prima lui, poi lui, lui, lui e finalmente a grande distanza arrivano gli altri. Continua a leggere “Reginè quan stiv cu mic”

La dodicesima estate

La dodicesima estate

Sono nato in settembre. Non ancora in autunno, ma alla fine dell’estate. In quel tempo in cui, qualunque sia la tua età, ti aggiri per le spiagge della vita mentre tutto sembra confermarti che un’estate ancora incrollabile è nell’aria, ma già senti che da qualche parte la diga sta cedendo, senti in un angolo della tua mente o del tuo corpo uno scricchiolio, un odore di salsapariglia, il canto che fa l’autunno quando, dolcemente, si sostituisce all’estate. Continua a leggere “La dodicesima estate”

La casa sulla collina

La casa sulla collina

Il mio post di ieri ha dato vita ad alcune reazioni familiari. Una di queste è quella che segue, rubata dalla pagina facebook di mia sorella Claudia.

A lei devo una risposta alla domanda che pone al termine di questo racconto.

Mi sa che dobbiamo deciderci ad accettare l’incontro con il “mastro” dell’Addio…oppure a prendere un vero “mastro”. Continua a leggere “La casa sulla collina”