Vado ai monti azzurri
senza dare una spiegazione
come una canzone cantata sovrappensiero,
come un siero che mi guarisce l’anima. Continua a leggere “Ai monti azzurri”
Vado ai monti azzurri
senza dare una spiegazione
come una canzone cantata sovrappensiero,
come un siero che mi guarisce l’anima. Continua a leggere “Ai monti azzurri”
Se potessi scegliere l’ultimo giorno vorrei che fosse un giorno come questo.
Con le ciaspole e le racchette preparate già dal giorno prima in terrazza. Lo zaino riempito come si deve con il cibo e l’acqua e gli abiti caldi di ricambio.
E poi il cielo che si pulisce piano e brandelli di azzurro che si fanno strada fra un’improbabile caligine marzolina. Continua a leggere “Un giorno come questo”
Stamattina la mia città è avvolta da un cielo perfetto.
Non se lo merita.
Mi sembra come la pioggia che si perde sul cemento.
Mi sembra come la pioggia che si corrompe sull’asfalto. Continua a leggere “Identica bellezza”
Giornate per i monti.
No, non giiornate per i monti, ché i monti sono solo una parte.
Giornate per il bambino con la febbre, giornate per la donna che ho accanto, giornate per il ragazzo da accompagnare a scuola.
Giornate per un poco di cibo, giornate per respirare, giornate per comunicare con la gente che mi circonda. Continua a leggere “Questo oggi celebro, per questo oggi ringrazio”
Riporto di seguito la notizia dell’Ansa dalla quale immagino discendano la maggior parte fra quelle che in queste ore ci sono state propinate, arricchite da ulteriori coloriture giornalistiche, dagli altri media.
Scoperta la ricetta molecolare per recuperare il sapore autentico del pomodoro: l’analisi del Dna della pianta ha permesso di individuare la combinazione di geni capace di restituire al frutto il sapore originale, ormai perduto nelle varietà in commercio. Queste ultime sono infatti state selezionate negli ultimi 50 anni in modo da ottenere pomodori più grandi, ma meno dolci e gustosi. La combinazione genetica capace di ritrovare il sapore perduto è pubblicata sulla rivista Science dal gruppo dell’università della Florida guidato da Denise Tieman. Continua a leggere “Un sapore “antico””
Per comprendere a fondo il senso di questi giorni bisognerebbe lasciare per qualche tempo la casa.
Prima di tutto bisognerebbe andare sui monti. Sull’Etna, o su Pizzo Carbonara, li dove l’isola finisce e comincia il cielo, li dove la neve è spessa e racconta già di strati figli dei giorni di un inverno vero. Continua a leggere “Bisognerebbe”
L’aria secca di questi giorni permette allo sguardo di spaziare ad oriente.
La Conca d’Oro incoronata da un diadema candido.
Neve sulla Moarda, neve sul Carpineto, sul Pelavet, sulla Pizzuta e poi su a fare della cima di Monte Cuccio un imbuto bianco capovolto.
I Pizzi di Trigna e del Cane come se fossero iceberg completamenti emersi, relitti di un mare interno improvvisamente prosiugatosi. Continua a leggere “Giorni di neve”
Era un momento in cui molte cose stava finendo.
Stava finendo prima di tutto l’estate e già le montagne attorno a Pacha Mama cominciavano a mandare i loro segnali autunnali soprattutto nelle limpide sere madonite. Continua a leggere “Fall”
Che strano cielo stamattina su Palermo. Pieno di nuvole che fingono di essere altro. Per poco però, perché poi tutto si fonde in un unico mantello grigio che adesso incombe.
Di seguito alcune rime per provare a condividerlo con coloro che sono altrove. Continua a leggere “La lingua dei bambini”
Ci dicono che non sarete più come eravate prima, che non saremo più capaci di riconoscervi.
Vogliono dire che domani non ci sarà dato di seguire trepidanti il cumulonembo calvo minacciare tempesta al confine con le Madonie, o che non vedremo più cirri a pennellare la “mia sera”? Continua a leggere “Le nuvole di domani”