La morte del vecchio

Quando anche il vecchio cadde,
colpito a morte,
tutti capirono
che era cambiata la sorte,
e quello era il segnale
perché la guerra finisse.

Nessuno avvertì allora
alcun bisogno di vendetta.
La guerra era finita,
ciascuno poteva tornare
al proprio ufficio,
ciascuno alla propria vita
grazie alla morte del vecchio,
grazie al suo sacrificio.

Spaesati

Spaesati

cerchiamo segni da decodificare

in accadimenti che segno non sono.

Il prezzo, insostenibile,

di un bene di “prima necessità”,

la recrudescenza di una pandemia,

l’ennesima guerra, sempre uguale,

messa in scena dallo scimpanzé litigioso.

Nessuno che guardi al volo svogliato degli uccelli

che hanno smarrito il senso del migrare.

Nessuno che impari

dallo scirocco che più non risponde

alla regola dei tre giorni.

Nessuno che rimpianga

quello che le Azzorre

più non sanno dare.

Nessuno che provi sgomento

per questa cella temporalesca,

roboante ed inusitata,

che giunge da dove, fino a ieri,

non avrebbe mai osato giungere.

La tregua e la pandemia

La tregua e la pandemia

Sono un fanatico dei dualismi. Non i dualismi che definiscono due estremi ma quelli che disegnano i confini di un’area all’interno della quale io mi possa sentire a mio agio, possa condurre le mie esplorazioni senza eccessivo timore di perdermi. Chi pensa di me che io sia un pusillanime ha infatti ragione. L’impressione che do di persona votata all’esplorazione del mondo selvaggio, della natura inesplorata, è appunto solo un’impressione e per di più sbagliata. Ho bisogno di “estremi doppi” che facciano del territorio da esplorare (con i piedi o con la mente) un territorio ristretto, un’entità geografica ben definita, piena di unicità ma limitata nello spazio. Continua a leggere “La tregua e la pandemia”

La guerra, i giovani, i vecchi

La guerra, i giovani, i vecchi
In questo tempo della mia vita le grandi questioni invece di fare nascere in me il desiderio di affrontarle, sviscerarle, discuterle, finiscono invece per ammutolirmi.
Per settimane, mesi, durante i quali assisto a dibattiti accesissimi, leggo tutto quello che redattori prolifici scodellano sulle pagine di social saturi, io non riesco a produrre un pensiero che sia uno, non riesco a definire un unica idea che mi sembri degna di nota e quindi taccio.

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Il pellegrinaggio in oriente

Il pellegrinaggio in oriente

Per me quello che segue vale per i grandi fatti che la storia ci racconta, ma anche per quelli piccooli che riguardano ognuno di noi nella relazione con gli altri e con il tempo.

“Questa «inesperienza» ha fatto sì che oggi nel pubblico il nostro viaggio, il quale allora esaltò migliaia di persone fino all’estasi, non solo è dimenticato, ma la sua memoria è diventata un vero tabù.

La storia, si sa, è ricca di esempi simili. Certe volte mi sembra che l’intera storia universale non sia che un libro illustrato il quale rispecchia il più acceso e più cieco desiderio degli uomini: il desiderio di oblio. Continua a leggere “Il pellegrinaggio in oriente”

Fra marziale e marziano

Fra marziale e marziano

Ogni tanto quando siamo in auto ci piace fare un gioco che abbiamo battezzato “Fra abaco e zuzzurellone”. Uno pensa una parola e gli altri a turno devono sparare parole a caso, ad ogni parola quello che ha pensato la parola giusta restringe il campo (se uno dice “casa” e lui ha pensato “baco”, risponderà che la parola da lui pensata si trova fra “abaco” e “casa”…e così via di seguito) fino a quando, in una maniera o nell’altra, si arriva alla parola che aveva pensato.

Il nostro Piccolo vive appunto la sua vita in uno spazio compreso fra le parole “marziani” e “marziale”.

Mi spiego meglio. Ce lo avevano preannunciato: da genitori ambientalisti e pacifisti vengono fuori inevitabilmente figli inquinatori e guerrafondai.

Con il primo ce la siamo tutto sommato cavata, il secondo invece corriponde perfettamente alla regola. Anche noi poi che lo abbiamo chiamato Cesare! Continua a leggere “Fra marziale e marziano”