Al tuo fianco

Al tuo fianco

Sempre al tuo fianco,

che ti piaccia o no,

sarò sempre al tuo fianco.

Financo nell’ultimo momento,

anche quando il tormento

a te mi restituirà stanco,

sulla soglia di casa

al tuo fianco mi troverai.

Immersi in quel banco di nubi

sulle creste del Columbrina,

la mattina, nel letto che sai,

quando mai e meno te lo aspetti

al tuo fianco mi troverai.

Al tuo fianco per ridere insieme,

al tuo fianco per sostenerti,

sui prati aperti di un cammino

che non smette ancora,

nel mio bosco antico

o nella tua nuova cucina,

io sarò sempre al tuo fianco:

a volte amico, altre spina.

Il resto è commento

Il resto è commento

Nel “Pendolo di Foucault” Umberto Eco sostiene, attraverso la storia di uno dei suoi personaggi, che per molti uomini la vita si riduce, oppure si magnifica, in un unico momento impareggiabile ed irripetibile. Tutto in un colpo solo insomma, a volte per vincere o perdere tutto, altre per consumare un unico attimo di bellezza assoluta e sublime, un momento che non sappiamo quando (e nemmeno se) arriva, destinato a bruciarsi in un tempo rapidissimo e che una volta concluso, nel suo essere appunto unico, lascia spazio, soltanto e per tutto il tempo che viene, al commento. E il commento alla fine é appunto tutto ciò che resta.

Mi piace pensare che questo avvenga non solo per le persone ma anche per gli oggetti. Quello che vedete in foto non so nemmeno come si chiama. So solo che per tutto l’anno aspetta, sulla rastrelliera dalla quale pendono altri utensili da cucina, il suo momento di gloria, il suo attimo fuggente. Quando poi viene il momento di fare i pomodori pelati ecco che per una breve stagione entra in azione giocando il suo impagabile ruolo di “attrezzo fondamentale per calare e tirare fuori dall’acqua bollente i barattoli da sterilizzare”. Poi quella stagione, che è appunto breve, passa. Mi piace allora pensare che questo strano oggetto, quando noi non lo vediamo, si riunisca con altri suoi simili, come le statuine del presepe, o gli addobbi dell’albero, oppure le zanzariere che mettiamo d’estate sui letti, e stiano li a raccontarsi e commentare quell’unico fulgido momento nel quale, in un colpo solo, vincere o perdere, barattolo salvo o in mille pezzi per terra, hanno dato senso alla propria esistenza.

Per chi ha fame

Per chi ha fame

Eccomi Mia Adorata,

un po’ in ritardo, un po’ trafelato, come sono quasi sempre in questo tempo strano.

Potrei dirti che ho aspettato che tutti ti facessero gli auguri e i complimenti per poi chiudere io in “in bellezza”.

La verità è che questo tempo arido prosciuga anche quella esigua fonte dalla quale nascono le mie parole e i miei pensieri e devo quindi tornare, quando posso, alla matrice originaria per ripascirla, fosse anche con una giro in moto o una raccolta di verdure selvatiche a Walden. Continua a leggere “Per chi ha fame”

Discorso vetero “qualche cosa” sulla cucina intesa come arte

Discorso vetero “qualche cosa” sulla cucina intesa come arte

Si fa sempre più stentorea la voce di chi sostiene che la cucina sia una forma d’arte.

Se così fosse, coloro che sostengono questa tesi dovrebbero, con voce almeno forte altrettanto, sostenere di conseguenza che è necessario creare delle realtà, alla stregua di quelle museali, all’interno delle quali, nazioni che si definiscono civili e democratiche rendano il frutto di quest’arte disponibile a tutti a costo zero o, come si diceva un tempo, pagando unicamente un “prezzo politico”. Sarei veramente felice di potere vedere la nascita di istituzioni museali sul cibo e la cucina (non parlo di situazioni tipo “Fico”, il parco di divertimenti sul cibo a cura di Eataly che sta aprendo i battenti a Bologna) all’interno delle quali tutti (soprattutto quelli che ne hanno realmente bisogno) possano entrare e nutrirsi gratuitamente con cibi d’alta cucina. Continua a leggere “Discorso vetero “qualche cosa” sulla cucina intesa come arte”

Parla Londra: risultati terza giornata

Parla Londra: risultati terza giornata

Cari i miei Figli/Nipoti ecco i risultati della terza giornata del Concorso “Parla Londra” dopo l’ingresso trionfale della nonna in qualità di “creatrice di indovinelli” (e chi meglio di lei che fa la Settimana Enigmistica da quando la incidevano ancora sulla pietra!?!).

La risposta questa volta è: Zia Coca!!! (che per “gli esterni” è il nome con il quale i bambini chiamano mia moglie…lo so che suona strano…) Continua a leggere “Parla Londra: risultati terza giornata”