Se domani,

per un qualsiasi

accidente della vita,

dovessi restare

solo in questa casa

e voi in un altrove urbano

lontano da qui,

allora non vorrei

continuare a parlarvi

tramite un telefono,

oppure una email o una chat

e nemmeno con una lettera,

ché sempre un umano sarebbe

a mediare la relazione.

Vorrei, allora,

allevare piccioni viaggiatori.

Creeremo cosi, insieme,

una via aerea e magnetica

attraverso la quale

far passare i nostri pensieri.

Ogni mattina in piccionaia

terrei per un poco

uno di quegli esseri caldi

fra le mani.

Un cartiglio legato ad una zampa,

vergato con parole d’inchiostro,

poche, per quante

un così esiguo foglio

può contenere.

E poi dare spinta al volo

e allargare le braccia

per come l’azione impone,

premessa di un abbraccio incerto.

Poche parole per il figlio,

poche per la moglie

d’inchiostro vergate

su un cartiglio:

“ti amo, mi manchi”,

ché questo alla fine,

solo questo e null’altro,

noi siamo.

2 pensieri su “Piccioni viaggiatori

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