Stupore

Lo so che è complesso da capire, è complesso anche per me figuriamoci per che mi legge. Eppure alcune volte, in questo tempo che ormai mi sfugge, riesco a stupirmi di stupirmi. Proprio così: mi stupisco del mio stupore. E che ci crediate o no questo è ancora un buon segno. E stamattina in macchina alle 9, come sempre su Radio Margherita (chi mi conosce sa perché ascolto praticamente solo musica italiana, a chi non mi conosce magari qualche volta gli spiegherò perché), notiziario nazionale. Nei secondi che precedono l’inizio, nelle ore che hanno seguito l’alba, nelle ore che l’hanno preceduta, la mia mente ai bambini, alle donne, agli uomini di Cutro. A quei quarantacinque (per adesso sappiamo che sono tanti) che devono avere riempito la spiaggia, che devono avere ricoperto la spiaggia, cosparsi sulla spiaggia. In quei secondi che precedono il notiziario, con il cuore trafitto su quella spiaggia, fra me e me dico: “vuoi vedere che la notizia di apertura sarà sulla camera ardente di Maurizio Costanzo?”. E invece il notiziario comincia e la prima notizia riguarda i morti di Cutro, ed io mi sorprendo di sorprendermi ancora, mi sorprendo che con disperazione, incertezza, confusione, lì dove posso, lì dove cerco disperatamente di trovare, lì dove non mi aspetto che ci sia per quanto vorrei con tutto me stesso che ci fosse, vedo d’improvviso, ancora una volta, fosse anche l’ultima, apparire l’uomo. Anche solo nell’ordine scelto per le notizie di un qualunque radio giornale.

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