Mai più sembianza,
mai più apparenza,
ché nell’ansa del fiume
si scorge già il mio profilo,
e il filo della luna
replica fedelmente
un atrio del mio cuore.
Ore io, d’altra parte,
a somigliare alla pioggia,
e la foggia delle mie mani
una volta almeno
in tutto il tempo
sono certo una nuvola
avrà imitato.
Nell’universo illimitato
ci sarà, ne sono sicuro,
un me uguale a me in tutto
eccetto una ciocca più chiara
e un sogno più bello.
Ed io ancora il petto
ed un braccio a remigare
ho allargato ad imitare
il volo di un uccello.
Mi basta, per il resto,
che domani (o già ieri)
una sola dica di me,
quando ancora mi travesto,
“non è lui quello”.
una musica. Bravo
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Sei davvero gentile. Grazie!
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