Isaia

Mi urge scrivere una poesia

che del tempo vecchio sancisca la fine.

Nulla di allora terrò più da conto.

Dimenticare le mattine

in cui il corpo si rifiuta di agire,

dimenticare le spire

nelle quali la vita si tedia.

Mai più una sedia,

soltanto roccia polita

ed erba nuova sulle quali poggiare

le spoglie e l’anima.

Mai più un letto,

ma per dormire foglie tante

raccolte in una conca e muschio

che profuma d’incenso.

Mai più una strada,

ma sentieri che si aprono

su un orizzonte immenso

diretti sempre al levante.

Non ho più voglia

di sedie, letti e strade,

ho adesso nuove mete,

ho intenzioni segrete.

Non ricordare più le cose passate,

non pensare più alle cose antiche.

Ecco faccio una cosa nuova,

proprio ora germoglia,

non ve ne accorgete?

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2 pensieri su “Isaia

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