Prima che giunga l’inverno
devo sistemare l’esterno della mia casa.
La cuccia del cane ripulire,
contro gli attacchi
della volpe e della faina.
Devo dare spazio alla mattina
e costringere la notte
nel rettangolo del balcone,
ché già troppo,
nel tempo che viene,
gliene concederà la stagione.
Prima che giunga l’inverno
l’eterno incedere delle cento zucche dell’orto
mi toccherà mortificare,
all’albero storto dovrò affiancare un tutore
affinché nelle ore più buie di tempesta
il vento non possa abbatterlo.
Per le mie api devo restringere l’arnia
affinché in essa la temperatura
si mantenga costante,
e nell’istante in cui ruberò loro il miele
ricordarmi delle larve e della regina
che nel cuore del favo aspettano.
Prima che l’inverno giunga
devo trovare un vano intimo e sicuro
dove conservare al caldo
i sogni della lunga estate e il mio cuore.
Ammesso che per allora
i sogni ancora servano,
ammesso che per allora
io abbia ancora un cuore.
C’è, in fondo, un po’ di mestizia, prima che arrivi l’inverno con tutte le cose che ancora dovrai fare. Però l’inverno è anche raccogliersi in casa, tutti insieme, pensando alle feste più belle dell’anno. Un abbraccio a tutti voi.
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Ho volutamente lasciato fuori da questa poesia la casa…
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