Non ti ho ubbidito, lo confesso, questa volta non ti ho ubbidito. Alla fine ieri sera ci sono stato. Probabilmente, fosse stato per me, magari non ci sarei mai andato. Ma sai com’è Veronica? E poi, in tutti questi anni, da quando sei andato via, ogni volta che ti pensavamo (e ti abbiamo pensato tanto) ti immaginavamo seduto lì, immerso in tanta magnificenza che solo tu sapevi trattare con l’ironia che ti era propria, aspettando il tuo treno che ti avrebbe riportato in Sicilia. E allora ieri sera ci siamo andati, e c’erano i bambini, vedessi quanto sono cresciuti, ed ad un tratto mentre eravamo in uno di quei non luoghi nei quali ti abbandona il GPS (ché una mappa di pergamena dovresti usare per andare in un posto così non il GPS!) ha cominciato a diluviare ed eravamo bloccati, incerti sul da farsi. E allora io improvvisamente ho girato a destra e sono entrato in stazione perché in fondo io la strada l’ho sempre saputa e in pochi secondi eravamo sulla scalinata che immette al Train Blue. Ci aspettavano.È stata una sera fantastica. Il nostro tavolo a ridosso di una delle grandi finestre e per ieri sera Parigi aveva invitato un paio di quegli odiosi artisti britannici e Turner si dava il cambio con Constable per dipingere quel nostro cielo. Diverse volte ti ho intravisto anche se i miei occhi sembrava non avessero luce per altro che non fossero coloro che amo, gli affreschi e gli stucchi, le nubi ad aprire la strada a la sera che si inoltrava. Eppure diverse volte ti ho scorto. Una volta parlavi con un cameriere con il tuo francese perfetto, un’altra sorridevi fra te e te con quella faccia da Maigret interpretato da Gino Cervi, una volta mangiavi qualche cosa canticchiando. Poi la cena si è conclusa. Ci siamo alzati per andare via e Veronica mi ha detto: “voglio farti una foto al Train Blue”. Le ho risposto: “fammela di spalle però, di spalle mentre esco”. E siamo andati via. Filippo io adesso la strada la so. Tu aspettami lì, io ti assicuro che non tardo troppo. Questa volta il nostro treno blu lo prendiamo assieme, te lo prometto. Tu intanto ordina anche per me “du escargò e un filone di pane” che arrivo.