Nel “Pendolo di Foucault” Umberto Eco sostiene, attraverso la storia di uno dei suoi personaggi, che per molti uomini la vita si riduce, oppure si magnifica, in un unico momento impareggiabile ed irripetibile. Tutto in un colpo solo insomma, a volte per vincere o perdere tutto, altre per consumare un unico attimo di bellezza assoluta e sublime, un momento che non sappiamo quando (e nemmeno se) arriva, destinato a bruciarsi in un tempo rapidissimo e che una volta concluso, nel suo essere appunto unico, lascia spazio, soltanto e per tutto il tempo che viene, al commento. E il commento alla fine é appunto tutto ciò che resta.
Mi piace pensare che questo avvenga non solo per le persone ma anche per gli oggetti. Quello che vedete in foto non so nemmeno come si chiama. So solo che per tutto l’anno aspetta, sulla rastrelliera dalla quale pendono altri utensili da cucina, il suo momento di gloria, il suo attimo fuggente. Quando poi viene il momento di fare i pomodori pelati ecco che per una breve stagione entra in azione giocando il suo impagabile ruolo di “attrezzo fondamentale per calare e tirare fuori dall’acqua bollente i barattoli da sterilizzare”. Poi quella stagione, che è appunto breve, passa. Mi piace allora pensare che questo strano oggetto, quando noi non lo vediamo, si riunisca con altri suoi simili, come le statuine del presepe, o gli addobbi dell’albero, oppure le zanzariere che mettiamo d’estate sui letti, e stiano li a raccontarsi e commentare quell’unico fulgido momento nel quale, in un colpo solo, vincere o perdere, barattolo salvo o in mille pezzi per terra, hanno dato senso alla propria esistenza.
Tutto ha un suo perchè..
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