Questo simpatico “porta a porta” del nostro ex ministro degli interni mi fa pensare (nei modi e non nei contenuti) ad un aneddoto della mia vita di tanti anni fa.
Mi ero da poco affrancato da nido famigliare e vivevo nella mia seconda casa da single: una bellissima villetta antica in Corso Pisani della quale occupavo il piano terra.
Chi mi conosce sa che a quel tempo non davo alcun peso al problema dei ladri. Infatti in quella casa, che la maggior parte delle persone avrebbe considerato poco sicura da questo punto di vista, io non mi ero mai preoccupato di provvedere a qualunque presidio o sistema di sicurezza nemmeno per chiudere un po’ meglio le sgangherate persiane che si aprivano praticamente sulla strada.E fu proprio da li che un notte d’inverno avvenne l’effrazione.
Era circa mezzanotte quando, rientrando e appena superata la porta di casa, sentii rumori provenienti dalla stanza da letto che era sul retro e dava su una terrazza interna che si apriva su un piccolo giardino.
Anche i ladri mi sentirono e si
diedero alla fuga proprio in quella direzione. Le mie reazioni in situazioni di emergenza sono sempre imprevedibili ed incomprensibili, come quando, durante il terremodo del 2002 a Palermo, finita la prima grande scossa, decisi che la cosa migliore da fare era mettere su una lavabiancheria.
In questo caso recuperai una lampada tascabile che avevo nel comodino e li insegui in terrazza. Scorsi subito il culone di uno che tentava di arrampicarsi sulla facciata della casa. Lo illuminai per bene con la mia torcia e dissi una frase che per me resta una pietra miliare nell’elenco delle frasi più assurde, surreali e ridicole che si possano dire in una situazioni simile (e perfettamente in linea con quelle “citofonate” dal nostro ex in questi giorni): “mi scusi…perché non scende subito da li?”. Mi piacerebbe dire che il ladro, di fronte a tanta cortesia e disponibilità al confronto si sia immediatamente redento e sceso dalla facciata mi abbia chiesto scusa per il suo improvvido atto. In realtà posso raccontare solo dello sconcerto che vidi sul viso del fuggitivo e del “ma vaffanculo” detto a denti stretti a cui seguì un ulteriore accelerazione della scalata che lo portò in pochi secondi a scomparire fra i tetti.
Ecco, è proprio questo il tipo di reazione che mi immagino debba avere avuto il signore tunisino raggiunto dalla prima citofonata del nostro simpatico ex ministro: “mi scusi…ma lei fa lo spacciatore?”…faccia sgomenta come a dire “ma questo ci fa o c’è?”…e poi un bel “vaffanculo” liberatorio di quelli che rimettono in fila le cose: il senso con il senso, le stupidagini con le stupidagini.

Un pensiero su “Come il ladro nella notte

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