Ma che bellissima parola composta è “troppopieno”!
Troppopieno è la condotta della Gristia che non regge la pressione e i guardiani della centrale che sono costretti ad aprire la chiusa e l’acqua che salta di balza in balza per decine di metri e poi si incontra e si fonde con il fiume a valle.
Troppopieno sono i laghi colmi fino al bordo della diga con il vento che accarezza la superfice e gli alberi immersi a metà lungo le rive e gli uomini costretti ad aprire le paratie e a fare suonare il corno giù nella valle ché fra poco il fiume arriva più veloce e violento che mai.
Troppopieno sono le gebbie con il cannolo che spara l’acqua nel mezzo e fa un buco che si colma in continuazione, acqua nell’acqua, e dall’altra parte lascia che ciò che non piò essere contenuto si perda nel fango a vantaggio delle salicornie e della menta d’acqua.
Troppopieno sono le grandi vasche della piana di Carini finalmente piene, nuovamente piene. Non piene a metà ma piene tutte con la bella e incomprensibile colonna centrale che si intravede nel liquido verdastro e l’acqua che all’altro estremo esce e scorre brevemente fra limoni increduli.
Troppopieno è il rumore sordo nel bottino di raccolta della sorgente e il tubo di stagno conficcato fra i sassi e la malta che schizza, improprio ed affogato, tutto quel liquido che fino ad ieri era solo speranza sorgiva, sogno invernale.
Troppopieno è il pianeta che torna generoso, è l’abbondaza delle spore e del seme, è la vita che risale la china senza curarsi di ciò che è economicamente vantagioso.
La chiusa è perfetta.
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grazie…hai sempre complimenti per me…
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L’ha ripubblicato su adoraincertabloge ha commentato:
Dopo tanta pioggia…
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