Ho piantato il seme,
lo so bene, lo so,
con la presunzione di chi crede
che la vita sia semplice
sono stato complice di questa lotteria universale.
Il sale a rendere forti,
pochi storti consigli per far crescere dritti,
acqua dal pozzo e cacca di vacche.
Pacche sulle spalle ad incoraggiare,
il mangiare pronto sulla tavola,
una favola alla fine del giorno.

Intorno mi guardo adesso
in quest’alba turchese,
il maggese è in cascina,
la mattina alle porte.
Corte speranze di vita sono ora solidi tronchi
e monchi pensieri mi conducono al piede
ma mai alla chioma.
 
Lì in alto si svolge il canto
di cui mi vanto ma al quale
non mi è dato di partecipare.
Un mare di foglie incorona i rami,
richiami d’uccelli incoronano il cielo,
le gemme del melo,
un velo sugli occhi.
I rintocchi che prolungano il piano,
La mano della donna che lavora,
l’ora calciata avanti dai piedi dei bambini.
Ed io in basso che tutto questo abbraccio con lo sguardo.
In fiore i biancospini,
in fiore il cardo.

3 pensieri su “Lì in alto

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