Un Cantico di Natale…uno dei tanti possibili sul nostro pianeta in questo tempo. Il Cantico che la nostra responsabile, Stefania Ceruso, ci fa arrivare dalla Tanzania.
“Qualche giorno fa mentre andavo in città ho diviso l’auto con quattro donne. Siamo andate a prenderle all’ingresso di una piccola capanna col tetto in paglia che sputava fumo da ogni fessura per via del fuoco acceso all’interno. La più anziana, avrà avuto quarant’anni, è stata trasportata in braccio dalle altre due più giovani. La più piccola, 5 anni forse, stava a guardare con gli occhi assonnati scossa da una tosse che non le dava tregua. La donna è stata adagiata su un materassino lurido, fra i sedili dell’auto per compiere il viaggio fino all’ospedale, la pelle grigia tesa sulle ossa, una smorfia di sofferenza, odore di cenere. Ho guardato il suo viso ad ogni buca, ogni curva brusca o frenata improvvisa, non si è mai lamentata nonostante fosse evidente che il viaggio era un tormento. La spingeva forse la speranza di raggiungere un posto in cui potessero alleviare il suo dolore e rallentare il suo viaggio verso la fine. Il percorso è durato quasi due ore per via delle strade devastate dalle forti piogge. Finalmente avrebbe potuto avere le cure necessarie, forse un po’ di sollievo, invece se n’è andata un momento dopo, in silenzio, sconfitta. Se n’è andata di un male subdolo che qui uccide molti. Nonostante quell’ultimo slancio di vita che l’ha spinta a salire sull’auto e ad aggrapparsi con forza alla sua esistenza, se n’è andata. Per me era una sconosciuta con cui ho diviso poco più che qualche istante ma questo miracolo di Natale mancato mi ha fatto molto riflettere sui doni che ogni giorno, senza alcun merito particolare, mi è dato di scartare“.
Perchè Natale è tutti i giorni, ma spesso non ce ne accorgiamo.
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soprattutto del Natale degli altri…
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