Credo nell’intelligenza collettiva. Credo che questa abbia in internet la sua tecnologia di riferimento. Credo anche che facebook possa rappresentare un pezzo di questa nuova forma di intelligenza.

E qui si conclude il mio credo; il resto sono solo dubbi.

Temo infatti che non ci sia intelligenza collettiva, trattandosi comunque di esseri umani, che non presenti l’altra faccia della medaglia: il rischio di dare vita alla collettiva stupidità.

Collettiva stupidità che secondo me su facebook si esprime soprattutto attraverso una patologica reiterazione del luogo comune.

Andrea Camilleri, che dichiara avere in odio i luoghi comuni, racconta di essere entrato un giorno nell’atrio di un palazzo torinese ed avere visto un discreto cartellino sabaudo sul quale era scritto: “si prega di non abusare dei luoghi comuni”.

Nel complimentarsi con il custode dello stabile scoprì che in realtà quello intendeva dire di evitare di posteggiare biciclette e motorini nell’atrio.

Mettiamo invece che Mr. Zuckerberg adesso mi prenda sul serio e lui, che tutto sa e tutto può, da domani predisponga un nuovo artificio sul suo social grazie al quale ogni volta che uno di noi è pronto a pubblicare per esempio una delle seguenti cose:

  1. una variazione sul tema della smart che non si vede nel parcheggio;
  2. la foto dei lupi sulla neve con la descrizione del ruolo di ognuno di loro secondo la posizione;
  3. un qualunque post riguardante il fatto che tutti gli esseri viventi sanno mantenere la fila tranne i ciclisti;
  4. una frase a scelta fra “Ve li buco questi….”, “e niente….”, “oggi così…”;
  5. una bella frase sul genere “ringrazio il Signore se ci sono ancora persone che quando incroci il loro sguardo per strada sorridono”;

proprio nel momento in cui stiamo per pigiare il tasto che manderà il nostro fondamentale contributo dritto nel cyberspazio, spunta una finestrella che dice qualche cosa sul genere: “ma sei proprio sicuro di volerlo pubblicare?”, oppure “guarda che nell’ultima settimana lo stesso post è stato pubblicato 600.000 volte”, oppure magari qualche cosa di incoraggiante tipo “fossi in te non lo pubblicherei…conto su di te per un contributo un tantinello più originale”.

Lo so cosa state pensando: che se si facesse così allora forse di facebook non resterebbe niente.

Un pensiero su “Collettiva stupidità

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