Minuscolo, che se sbandi un po’ correndo con lo zaino finisci per terra.

“Lo zaino pesa come un incudine”

E guardi tuo Fratello come se fosse un faro.

E ridi per ogni stupidagine che dice.

E le maestre che ti parlano e tu che le guardi di traverso con quegli occhi che inchiodano.

La maestra che vuole darti la mano, e tu che esiti: tanta intimità con una sconosciuta? In questo ci assomigliamo.

Deportato nella stanza dell’accoglienza.

E la tua Mamma che entra e vede un bimbo che piange, altri che si rincorrono e impallidisce: “da domani sempre alle 8,20….all’accoglienza mai!”.

E tu dove sei?

Ti cerchiamo con gli occhi fra queste frecce bambine che corrono in tutte le direzioni.

E tu sei rannicchiato in un angolo, sotto un banco.

Ma tu non sei spaventato, stai solo controllando la situazione da una posizione favorevole, stai tentando di capire, identificare la controparte, raccogliere il maggior numero di dati possibile per elaborare la tua sintesi impeccabile.

Ma tu non sei spaventato. Tu sei Cesare.

Alla mia Farfalla, nel suo primo giorno di scuola.

10 pensieri su ““Lo zaino pesa come un incudine”

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