Accompagno il Grande a scuola. Siamo oramai a pochi metri quando, prima dell’ultima curva, lo vedo.
E’ enorme, bianchissimo, incongruo, una specie di presenza extraterrestre.
Un gabbiano reale fermo sul tetto di un’automobile parcheggiata accanto ad un furgoncino del pesce.
Una scintilla di “mondo selvaggio” in via Campania, l’intrusione di un celeste essere alato nella bolgia quotidiana di Palermo, un messaggero il cui messaggio non è comprensibile più a nessuno.
Ho chiesto al Grande di scattare una foto (anche io alla fine figlio di questa epoca). Non abbiamo fatto in tempo. Una signora troppo presa dalle sue cose ci ha tagliato di colpo la strada per parcheggiara in doppia fila e correre nel suo “non si sa dove”. Il pescivendolo infastidito da tanta bellezza ha pensato bene, con una violenza e un disprezzo che era il perfetto paradigma della melma nella quale questa città si rotola, di lanciargli contro un oggetto.
Il messaggero si è sollevato incerto, ha virato leggermente verso la piazza e ha lasciato, a se stessa e ai suoi demoni, questa terra.
Che poi come commentavamo al telefono, il pescivendolo avrebbe potuto anche utilizzare questa bellissima intrusione per attirare l’attenzione dei clienti. Sicuramente dotato di cellulare e whatsapp avrebbe potuto invitare le persone a visitarlo oggi in un’occasione speciale… ed invece!!!
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te lo immagini…
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beh Il pescivendolo avrebbe preferito gli portasse qualche pesciolino da vendere 😂😂
Cognato ancora ti stupisce tanta frivolezza???
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trmo di si…
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