Chi mi conosce sa della mia grande passione per il Presepe.

E’ il mio rito famigliare per eccellenza che mi accompagna da quando sono nato.

Amo tutto quello che lo riguarda. I preparativi, gli acquisti anticipati, il progetto dell’anno, i personaggi e gli accessori che lo compongono.

Eppure fra i personaggi ce ne è uno che non mi piace per nulla e che, infatti, non è presente nel mio presepe.

Si tratta de “L’Addormentato del Presepe”. Riconosco assolutamente il suo valore simbolico, lo ritengo perfettamente coerente all’essenza didascalica del presepe eppure non riesco a condividerlo filosoficamente.

Il personaggio in questione è infatti per ma paradigma di un tipo umano con il quale ho veramente difficoltà ad avere qualunque tipo di relazione proprio perché non riesco a comprenderlo.

E’ metafora di colui (o colei) che non riesce, posto dinanzi all’epifanica, al cospetto con il miracolo, a vederlo. E’ la rappresentazione, nella sintesi “presepiale”, di quello che magari nella sua vita passa il tempo correndo dietro miracoli da “prima serata”, che, impegnato nella ricerca di statue lacrimanti o di paradisiache vincite al super enalotto, cade in un sonno profondo proprio quando il miracolo quello vero, quello semplice e quotidiano, come la nascita di un bambino dentro una mangiatoia, effettivamente si compie.

Nella vita e con il tempo però ho imparato una cosa: è bene non prendere troppo le distanze dalle persone a parole quando poi rischiamo di somigliare loro nei fatti.

Stamattina, quando mi sono svegliato e sono uscito fuori da casa, mi sono accorto che stanotte aveva piovuto. Non tanto per la verità, quanto bastava per rendere le foglie degli alberi madide di qualche cosa che era più che rugiada, tanto da riempire alcune piccole pozzanghere.

Allora mi sono sentito un po’ come l’addormentato del presepe. Immerso nel mio sonno notturno (che a volte più che essere sonno della ragione è proprio sonno del cuore) non avevo sentito la pioggia cadere, non avevo percepito, nell’isolamento della mia casa, il profumo di geosmina che adesso mi circondava.

Il miracolo mi era venuto incontro ma io non ero stato pronto ad incontrarlo. 

2 pensieri su “L’addormentato del presepe

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