Nella dedica fatta per la sua raccolta di poesie “Carme presunto ed altre poesie“, Jorge Luis Borges scrive:
A chi dovesse leggere
Se le pagine di questo libro ammettono qualche verso felice , voglia perdonarmi il lettore la sgarberia di averlo usurpato io, anticipatamente. Le nostre quisquilie differiscono poco; ordinaria e fortuita è la circostanza che tu sia il lettore di questi versi, e che io ne sia l’estensore.
Borges con queste parole sembra volere sminuire le sue capacità di poeta, ma in realtà finisce per proporci un concetto chiaro ed universale: la materia della poesia è la vita, e alla fine le vite di ognuno di noi, fuori dalla nostra sensazione di essere il centro dell’universo, sono tutte molto simili fra di loro (quisquilie) e solo il caso decide chi le racconterà prima con versi migliori.
Nella raccolta è contenuta una poesia che ho riscoperto stanotte attorno alle 3. Racconta con poche parole di un patio che immagino rappresenti per il poeta l’archetipo di tutti i pati argentini.
A me, che non sono mai stato in Argentina (ah Francesco Guccini!) la poesia riporta alla mente un patio molto lontano da quelli. Il patio di Casa Tulime in Tanzania, il mio personale catino di stelle.
A tutte le persone (sempre di più) che da quel patio hanno contemplato, contemplano e contempleranno quel fazzoletto di cielo australe (lo stesso alla fine che canta Borges) dedico la poesia che segue:
Un patio
Con la sera
si fiaccano i due o tre colori del pàatio.
La gran franchezza della luna piena
più non esalta il suo cielo abituale.
Pàtio, inalveato firmamento.
E’ il pàtio la pendice
per cui straripa fino in casa il cielo.
Serena
l’eternità si accampa a un crocicchio di stelle.
E’ buono vivere nel sodalizio arcano
di un atrio, di una pergola e di un pozzo.
Molto bello Borges e anche la tua introduzione 🙂
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Grazie anche a nome di Borges…che in ogni caso non potrebeb rinfgraziarti personalmente!
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🙂
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Vita, poesia, quindi amori, sentimenti, dolori, rimpianti rimorsi…inutile stupirci se nei versi di altri ritroviamo noi stessi! Bella la tua poesia, mi ci sono ritrovata, il mio non è il tuo stesso porticato, il tuo stesso angolo di cielo, ma le emozioni sono simili.
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così è la poesia.
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E’ strano come “il patio…e il catino di stelle” mi abbiano fatto tornare in mente la canzone di Violeta Parra “Gracias a la vida”
[…]en el alto cielo su fondo estrellado […] y la casa tuya, tu calle y tu patio […]
La memoria è proprio strana.
Buona serata.
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l’ispirazione è in entrambi i casi sud americana…
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