Ogni tanto quando siamo in auto ci piace fare un gioco che abbiamo battezzato “Fra abaco e zuzzurellone”. Uno pensa una parola e gli altri a turno devono sparare parole a caso, ad ogni parola quello che ha pensato la parola giusta restringe il campo (se uno dice “casa” e lui ha pensato “baco”, risponderà che la parola da lui pensata si trova fra “abaco” e “casa”…e così via di seguito) fino a quando, in una maniera o nell’altra, si arriva alla parola che aveva pensato.

Il nostro Piccolo vive appunto la sua vita in uno spazio compreso fra le parole “marziani” e “marziale”.

Mi spiego meglio. Ce lo avevano preannunciato: da genitori ambientalisti e pacifisti vengono fuori inevitabilmente figli inquinatori e guerrafondai.

Con il primo ce la siamo tutto sommato cavata, il secondo invece corriponde perfettamente alla regola. Anche noi poi che lo abbiamo chiamato Cesare!

Bene, Cesare vive immerso in un mondo fatto di sparatorie, bazooka, tragici agguati, esplosioni, robot transformers, marziani killer ed ogni tipo di meccanismo o ritrovato tecnologico che serva a produrre danni orribili agli esseri viventi soprattutto se umani.

Non lo scoraggia per niente il fatto che a casa nostra è fatto divieto assoluto di introdurre qualunque tipo di arma giocattolo (con qualche eccezioni per le armi bianche), lui è in grado di crearsi dal nulla futuristici e letali oggetti che hanno anche un rilevante effetto contundente (cosa di cui suo fratello fa spesso le spese)

Noi indefessamente e romanticamente continuiamo a proporgli una visione più bucolica e disarmata della vita, intoniamo quotidianamente un canto di pace e d’amore che non sembra avere alcuna presa sulle sue tenere orecchie di quattrenne.

Stamattina però, mentre lo lasciavo in asilo, ho notato qualche cosa che ha acceso immeditamente in me una speranza nuova. All’interno del suo armadietto, dove sono contenute le suo patofoline, lo zainetto, avanzi di mela e briciole di ogni genere, lui raccoglie anche una sua personalissima pinacoteca che sfugge a quella che le maestre conservano all’interno del suo “fascicolo personale”. Fra alcune di queste opere mi è subito saltata agli occhi quella che riporto in apertura a questo post.

La prendo e gli chiedo subito: “Cesare cosa sono questi?”. Lui mi guarda e con la voce suadente, che si mette sempre quando ritiene di avere corrisposto adeguatamente ad una nostra aspettativa (oppure quando vuole ottenere qualche cosa di non ottenibile), mi dice: “Papà non lo vedi…sono due robot d’amore…come quelli che piacciono a te e alla mamma…gli ho pure disegnato il cuore”. Quasi commosso al pensiero che alla fine il nostro lento lavorio cominci a produrre effetti positivi gli chiedo “e cosa statto facendo questi due dobot d’amore”. Risposta: “stanno facendo la guerra e si stanno ammazando a legnate”.

Problema risolto con buona pace della “pace”.

7 pensieri su “Fra marziale e marziano

  1. I miei genitori non si sono mai preoccupati del fatto che io da bambina mi identificassi con un cowboy e non mi hanno mai corretto, né ostacolato. Possedevo una pistola ad acqua grigio argento, che sembrava vera e un ‘altra, nera, che sparava fulminanti. Quando correvo giù per i prati, nella mia fantasia, stavo cavalcando il mio splendido baio… Verso i dieci anni, non prima, il far west è sparito dalla mia mente e ho cominciato a trasformarmi in una ragazzina piena di sogni e di voglia di amare. Forse nella mente dei bambini c’è posto contemporaneamente per i sogni e per la realtà, forse si costruiscono dei ruoli, si fanno registi di film di cui sono attori ed eroi. Ma sanno benissimo che cosa c’è di buono e di vero nella loro vita, hanno solo bisogno di far correre la loro fantasia.

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