Avrebbero potuto dire che erano brutti, un po’ avanti nell’età. Poi lui si mosse verso quel mare limpidissimo di febbraio, un po’ incerto, un po’ goffo.

Con le scarpe in acqua, facendo finta di non bagnarsi.

Si chinò è prese l’acqua con le mani a conca.

Poi si voltò verso lei. Non c’erano parole ma l’intenzione era chiara.

Lei sorrideva. Si tolse i capelli dal volto, e poi gli occhiali.

E lui, con delicatezza infinita  le bagnò il viso.

Poi si baciarono. Una volta. Poi un’altra. Non ho altre parole, posso solo dire che lo fecero con dolcezza.

Mi voltai a guardare i gabbiani sulle balaustre dello stabilimento. Diedi loro qualche secondo. E quando mi girai a guardarli nuovamente si baciavano ancora.

Allora guardai in fondo all’orizzonte, li dove il mare diventava viola e lo scirocco rilevava la sua vera potenza che sembra placare a riva ma che agita al largo.

E li guardai nuovamente. E si baciavano ancora, e ancora, e ancora.

Poi lei si staccò e mise anche lei i piedi in acqua, anche lei a bagnarsi nonostante le scarpe. Ma lo fece di proposito e si capiva. Stette così, accovacciata a guardare nella stessa direzione nella quale avevo guardato io prima, ma non vedeva la stessa cosa.

Poi si voltò e torno da lui e si baciarono ancora.

Il mondo in seduta plenaria e straordinaria, convocato con all’ordine del giorno un solo punto, deliberò all’unanimità che erano bellissimi.

3 pensieri su “Erano bellissimi

  1. La correttrice di bozze suggerisce 🙂 seconda riga: mare al posto di mate, sestultima riga: stette al posto di stiede. Molto carino questo racconto, che suppongo sia una specie di reportage, in effetti sembra una serie di istantanee!

    "Mi piace"

Lascia un commento