Il nostro mare è uno strano mare.
Al tempo stesso bacino di grande gioia e di grande sofferenza.
Nel susseguirsi dei millenni non è mai riuscito a risolvere la propria marina incertezza. Non è mai stato chiaro se si trattase di un piccolo mare o un di grande lago salato circondato dalla terra.
La sua stessa storia geologica non ha contribuito a chiarire la questione. Più di una volta lo Stretto di Gibilterra si è chiuso annullando di fatto la relazione vivificante con l’oceano.
In quelle occasioni il Mediterraneo è diventato a tutti gli effetti un lago salato, sempre più salato mano mano che la relazione fra nuovi apporti idrici ed evaporazione si squilibrava sempre di più verso quest’ultima.
A più riprese quantità enormi di sali sono precipitate sul fondo. Poi nuovamente Gibilterra “stappava” e il ciclo si ripeteva (e chissà se queste riaperture che in alcuni casi sembra siano state rapidissime anche in termini di riempimento del bacino non echeggino ancora nelle storie di diluvi universali).
Nel frattempo però questi sali, nella storia geologica della Sicilia, hanno sorti diverse. Alcuni formano delle splendide rocce bianche che affiorano in più punti della mia isola e che non a caso (e con rara disposizioine poetica degli scienziati) vengono chiamate “evaporiti”. Altri formano veri e propri giacimenti di sale che come un fiume sotterranneo attraversano l’isola in più punti.
Noi siciliani non conosciamo la nostra terra. Solo pochi hanno avuto il desiderio (ma anche la fortuna, perché il conoscerla non è solo frutto della volontà ma anche della disponibilità di chi tutela i suoi tesori a condividerli) di visitare le miniere di sale di Petralia o di Realmonte.
Si tratta, come testimoniano anche le foto, di un’esperienza imparegiabile, di un patrimonio inestimabile.
Immensi rivoli fatti dalle lacrime condensate del pianeta. Un pianto che era rimembranza futura per un Mediterraneo che forse è stato diluvio, forse casa prima delle Colonne D’Ercole, forse tessuto a tenere assieme popoli e che adesso abbiamo ridotto a bara di se stesso e di uomini.
Davvero una fonte immensa di ricchezza e bellezza, purtroppo spesso maltrattata e teatro di eventi tragici…
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proprio così purtroppo…
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Che meraviglia! Il mio rimpianto è non poter più entrare in luoghi chiusi e sotterranei.
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peccato davvero…il luoghi sotterrannei sono da molto tempo i miei preferiti in natura.
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Sono scrigni.
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letteralmente
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Che meraviglia, non ne sospettavo nemmeno l’esistenza!
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sono veramente due luoghi speciali.
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