La sabbia d’oro sospesa nel cielo della Conca,
un’intenzione monca come di una mancata estate,
le fate dei fiori a fingere un impossibile primavera,
una sera, come fosse d’agosto,
un posto, in giardino, dove il terreno s’è crepato,
il carrubo spezzato, l’orto in attesa di una pioggia che non arriva,
la riva del mare a fingere bonaccia,
una nube che già s’allaccia al monte
e che silente intreccia
ciò che dello scirocco resta,
a scoccare del gelo la freccia,
a preparare dell’inverno la festa.
Molto bella!
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grazie Silvia.
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Bella davvero!
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grazie di cuore.
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Ma che bella!
Ricordo una tempesta di sabbia, lo scirocco mi ha avvolto come un mantello. A Tindari.
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siamo così vicini al deserto in questa mia isola…succede ogni tanto…
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