Il mio carrubo ha capito tutto. Cresce rigoglioso per un paio di anni ed anche più, e poi, quando sta per entrare in produzione, quando le prime carrubbe cominciano ad apparire fra il fitto fogliame, si spezza.
E’ avvenuto nuovamente la notte scorsa. Uno scirocco incongruente e violentissimo ha tormentato per ore la campagna e stamattina, l’ultima delle tre branche sopravvissute (le altre due si erano spezzate l’inverno scorso), si appoggiava stancamente ai ficodindia con le foglie già accartocciate per la disidratazione.
Ricomincerà da zero.
Pollonifero come è fra poco, dal moncherino che sporge da terra per qualche decina di centimetri, cominceranno a spuntare innumerevoli getti.
Quello che per me è un problema (niente carrube ancora chissà per quanto) per lui è rinnovarsi attraverso il vento.
Il mio carrubo ha capito tutto.
E noi uomini troppo evoluti e coscienti per essere dotati di riproduzione agamica, siamo d’altra parte abbastanza inconscienti per valutare la clonazione una possibilità di rinascita.
Volevo scrivere questo commento: “Estinguiamoci lasciando libero il pianeta di scegliere chi può vivere sulla terra”, poi ho visto parole che ancora non conosco e ho pensato di cercarle sul vocabolario. 😉
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il commento che volevi scrivere è un pensiero che attraversa spesso la mia mente…
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Arf!
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Gli alberi capiscono sempre tutto 🙂
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e d’altra parte sono profondamente radicati al cuore del Pianeta…
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