A volte, quando la mattina vado a lavoro con la mia moto, ho la sensazione di essere un camionista impazzito.
E’ come se con il mio ingombrate mezzo passassi in velocità fra i vicoli della mia città.
E mentre passo aggancio parole come se fossero file di panni stesi.
Le vedo svolazzare accanto a me, alcune volano via, altre restano attaccate.
E mentre continuo a correre le pongo già in relazione fra loro, faccio abbinamenti di rima come fossero colori. Di alcuni mi innamoro già e tremo al pensiero che la molletta ceda e quello possa volare via.
Allora vado ancora più veloce nella speranza di arrivare in tempo prima che ogni cosa scompaia, per potere raccogliere sulla carta quel bucato, frutto del mio furto.
Ma poi, mentre sono preso da questa preoccupazione, aggancio un’altra fila di panni stesi.
E le due file si mischiano a volte, altre la prima già mi pare meno bella a confronto con questa nuova. E magari la lascio volare via, oppure le coservo entrambe e porto sul tavolo delle idee tutto ciò che sono riuscito a non fare volare via.
E questo a volte basta per scrivere ancora un poco.
Un fresco paragone delle idee con i panno stesi 🙂
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e delle parole…
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Bella l’immagine delle parole come panni stesi 🙂
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stamattina è proprio questa l’impressione che ho avuto…
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Molto calzante e poetico il paragone! È proprio vero, le parole sono così fragili a di fronte all’incalzare della vita e, per me, anche del sonno!
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è vero…anche il sonno a volte funziona come un vento che rischi di spazzarle via…
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Complimenti! Bellissimo!
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grazie veramente…
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