Buio.

Anche la luna è andata via.

Non so  che ore siano.

Mi sono svegliato perché il piccolo accanto mi ha costretto in uno spazio troppo angusto.

Non ho voglia di accendere il telefono per vedere l’orario.

Attraverso il telo della tenda si intravede un barlume, un impressione di aurora.

Forse è solo impressione, forse sono io che ho voglia di mattina.

L’aria nella tenda è fresca ma asciutta.

La percepisco come fosse uno strato basso, un ulteriore coperta.

La tenda protegge i corpi, trattiene le anime dei bambini.

Posso sentire il respiro delle 11 creature che condividono con me questo spazio.

Alcune posso persino distinguerle dal loro respiro.

Piccolo si agita, è solo un momento.

Non è ancora chiarore ma è come se il colore della tenda si fosse scharito un poco.

Il primo gallo a distanza, questo è un segno incontestabile.

Poi alcuni.

Poi silenzio per un poco.

Poi ancora uno, questa volta lontano, in fondo alla pianura.

Poi d’improvviso gli uccelli, tutti assieme, come solo loro sanno fare da sempre.

A questo punto è aurora, è notte che lascia spazio, alba che sopraggiumnge.

Un uccello, uno solo, su un ramo vicinissimo.

Il profumo del piccolo accanto a me che si accende assieme ad un’orizzonte che posso solo immaginare.

Il telo della tenda che riassume il suo colore originario.

Forse un grado in più.

Forse no.

Adesso nell’altra camera della tenda due dei maschietti cominciano a parlare.

Adesso è chiaro e niente più da interpretare.

Tutti cominciano a muoversi.

Fra poco si sveglieranno e comincerà questa giornata speciale.

E’stata una buona sequenza.

Dentro me, con la magnanimità di un capocomico navigato, ringrazio tutti gli attori che mi hanno regalato questo spettacolo.

 

14 pensieri su “La sequenza

  1. Sul gallo non farei molto affidamento per risistemare l’orologio,
    d’estate (con le finestre aperte) spesso li sentivo cantare in lontananza verso le 3 – 3 e mezza e ti assicuro che era ancora ben buio 😉

    gli uccelli all’alba invece mi fanno tornare in mente dei ricordi ben radicati (nonostante ormai la mia memoria cominci a vacillare) nonostante risalgano a circa mezzo secolo fa ;
    avevo qualcosa (forse pertosse) e con mio padre andavamo, presto la mattina, per boschi a respirare aria pulita : il frastuono degli uccelli che si risvegliavano lo sento ancora adesso nella testa (inutile dire con somma nostalgia) …
    ciao Francesco 🙂

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      1. eheheheh
        ottimo consiglio 😉 ma ci sono 2 problemi :
        1) non so quanto l’aria sia ancora “buona” come 50 anni fa … parlavo di boschetti (non distanti dall’abitato e ci arrivavamo a piedi) e non di foreste incontaminate;
        2) con gli orari che faccio (a letto non prima della una o delle due) alzarsi all’alba, alla mia età, è un sacrificio immane bel superiore alla mia forza di volontà … 😉

        c’è di buono il fatto che, come ti ho accennato, in estate oltre al gallo rompi ….. li sento gli uccelli in quanto davanti alle mie finestre ci sono parecchie piante (non mie eh) tra cui abeti altissimi …
        ed ancora oggi, come allora, cominciano a farsi sentire molto presto

        ciao Francesco 🙂

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