Non colpisce certamente il fatto, se non in positivo, che viviamo su un pianeta che tra i pochi diritti umani universali riconosce quello all’emigrazione.
Come dice Agnes Heller, emigrare è un bisogno socio-politico.
Dal riconoscimento di questo bisogno segue che tutti coloro che desiderano emigrare possono farlo.
Ciò che veramente colpisce invece è che viviamo su un pianeta (lo stesso) nel quale non è riconosciuto un diritto all’immigrazione.
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anzi direi che è ampiamente osteggiato.
eppure quella dei vasi comunicanti è un’elementare legge fisica che a dispetto di qualunque steccato si applica (anzi si verifica) ineluttabilmente anche a questa umanità dalla scarsa umanità.
ml
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il tuo commento mi sembra perfetto…fuori dalle ipocrisie infatti se uno emigra da una parte, da qualche altra parte deve immigrare. E non ci sono muri che tengano.
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La lungimiranza delle nazioni e di chi ne è a capo, aiuterebbe molto a rendere meno problematica l’accettazione del diritto all’immigrazione. Le migrazioni dei popoli, lo dimostra la storia, che piaccia o non piaccia, sono inarrestabili, perché sono generate da bisogni primari e si realizzano sempre, in modo cruento, se necessario, perché la fame non si arrende. Accettare le masse che si spostano prevede a monte un lungimirante lavoro di accettazione, in luogo dell’ostinato e miope allontanamento del problema e o dei demenziali rimedi, cioè frontiere, divieti e e muri che non reggono, richiede equa divisione dei compiti di accoglienza fra gli stati interessati, condivisione delle risorse, programmi di integrazione, ecc. ecc.
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sono assolutamente d’accordo con te…parola per parola.
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sarà un problema di “comunicazione” ?
(tra i “vasi” 😉 )
se così fosse si crea un problema con la fuoriuscita dei “liquidi” …
la fisica e le sue leggi non ammettono compromessi politici …
ciao Francesco, buonanotte 🙂
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la penso esattamente nello stesso modo…la fisica è la fisica.
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