Fuori è notte fonda. Tutto ciò che è vivo nella casa dorme da un pezzo. Indugio ancora fra libri e tv prima di andare anch’io a dormire. Pochi secondi fa uno scroscio di pioggia ha riempito l’aria di umidità e suoni.

E adesso la notte è percorsa da un suono nuovo. Come il rombo crescente di un tuono, e poi solo il cloc cloc di una vecchia elica di legno che gira attorno al suo asse.

Apro la porta e sono in giardino. Al centro, proprio fra il banano e le euforbie, c’è quel vecchio biplano. Sembra partorito dalla terra e non giunto dal cielo.

Mi avvicino mentre nell’abitacolo si accende una luce fioca. E scorgo il suo bel viso da americano sano, quella bocca grande che si apre in un sorriso. E capisco in un attimo di averlo tanto aspettato. Capisco, come nei sogni che durano poco, che non posso dividere il tempo a disposizione fra la gioia e l’emozione e che, per questa volta dovrò lasciare da parte l’emozione.

“Mr. D., I suppose?”. E’ tutto quello che riesco a dire. Fa si con la testa e e con la mano mi invita a salire sul biplano. In un salto sono dentro l’abitacolo che sa di legno, e di cuoio, e di notte di altri luoghi.

Partiamo come fossimo su un aereo a decollo verticale. Pochi secondi per forare la coltre di nubi che ricopre la mia isola e con un salto siamo già immersi fra le stelle.

“Una notte…una notte ancora” dice senza dire Mr. D. “dove vuoi andare Francesco”. Lo vedo da dietro, disegnato nell’aura che emana dagli strumenti di bordo. Il giubbotto di pelle consumato e in testa una di quelle vecchie calotte di cuoio che oggi nessuno usa più.

“Ho sempre desiderato vedere la tua casa ad Aspen” trovo il coraggio di dire. “It is a long way to this play to Denver” mi risponde Mr. D., e nello stesso secondo vira improvvisamente e mentre lo fa ride e poi aggiunge “Can’t remember when I’ve ever been so lonely, I’ve forgot what it’s like to be home, can’t remember what it’s like to be home”.

“Ci sono qua io, Mr. D., per stasera ci sono io. E con questo aereo il percorso sarà breve”. Un tempo di stelle come comete, fatte di scie che ci bagnano gli occhi e già la casa di Aspen appare sotto di noi.

“Le luci sono spente Mr. D.” e mi pento di averlo detto nel momento stesso in cui ho finito di dirlo. Sporge la testa dall’abitacolo e saluta con la mano destra.

“Se devo raccontarti un racconto stasera voglio raccontarti un racconto che ti faccia sorridere”. 

“Allora vorrei tornare per un attimo in Montana Mr. D., solo per un minuto”.

Un’altra ampia virata, ancora scie di stelle, una terra che immagino verde e che scorre sotto di noi, una corona di montagne che apre ad un Grande Cielo e già all’orizzonte vedo il cielo riflettersi su un fiume ampio che scorre placido.

Sfioriamo le cime di grandi conifere e silenziosi come un rapace notturno percorriamo in lungo e in largo i viali deserti dell’università, un giro stretto sul campanile della chiesa dove domani Father Kevin celebrerà la messa e poi su diritti verso il parco dei ghiacci e nuovamente ad est per un passaggio sulla capanna dei salmoni.

 “E’ stato un bel tempo quello Francesco? Adesso che hai la mia età sai rispondere a questa domanda?”.

“E’ stato un tempo bellissimo e in quel tempo ho pensato che fosse il tempo migliore della mia vita…ma poi è venuto questo tempo e adesso so che ogni tempo della vita è bello e la fortuna sta nell’essere convinto sempre che il migliore è quello che stai vivendo. E poi, come nei film che si rispettino, è importante avere la colonna sonora giusta”.

“I have to say it now, it’s been good life all in all, it’s really fine to have a chance to hang around. And lie there by the fire and watch the evening tire while all my friends and my old lady sit and pass a pipe around. And talk of poems and prayers and promises and things that we believe in. How sweet it is to love someone, how right it is to care. How long it’s been since yesterday, what about tomorrow and what about our dreams and all the memories we share?”.

Mentre una promessa d’alba avanza all’orizzonte mi rendo conto di quanto Mr. D. mi sia mancato in tutti questi anni, di quanto mi sia mancato sempre perché troppo vicino, della nostalgia che ho sempre provato in questo suo essermi troppo accanto.

“Perché non siamo mai diventati amici Mr. D.”.

“Solo perché non ci siamo mai incontrati”.

“So you speak to me of sadness and the coming of the winter, fear that is within you now it seems to never end. And the dreams that have escaped you, and the hope that you’ve forgotten. You tell me that you need me now, you want to be my friend”.

“Eppure l’amicizia è una strada che si percorrere fra rime e ragioni e io le tue rime le ho cantate spesso, le ho portate fino alle cime più alte che ho avuto la forza di scalare e in esse ho trovato senso ed ispirazione… allora forse siamo amici Mr. D.”.

“Forse si Francesco”.

“E’ per questo allora che mi manchi tanto” trovo appena il coraggio di sussurrare.

Siamo nuovamente sul prato davanti casa, l’elica produce ancora quel suono inconfondibile. L’aria attorno a noi comincia ad impregnarsi di luce, il mondo si colora, i galli cantano.

Poggio nuovamente i piedi sulla terra dove si radica la mia casa, la mia famiglia, tutti gli esseri viventi che condividono con me questa parte del viaggio.

Mr. D. sta per calare sul viso gli occhialoni. Ma poi si volta e mi dice “Adesso sono anche diventato un agente di posta aerea, è un bel lavoro che non mi aspettavo di fare, approfittane se hai messaggi da inviare nel mio paese”.

Non mi ero preparato. Una frenesia di comunicare mi prende, la smania di dire cose che pensavo non avrei mai più avuto modo di dire.

“Ti prego, quando tornerai nella tua terra di a Boyde che penso spesso a lui, che non ho mai infranto la promessa che gli ho fatto, silenziosamente, tanto tempo fa e che i miei piedi ancora oggi, ogni giorno, non smettono di guardare la terra”.

“Dì a Janet che non riesco più a trovare il cuore d’avorio che mi ha affidato, che un giorno ho chiuso nuovamente gli occhi e un attimo dopo non c’era più. Ma sono sicuro che è ancora qui, da qualche parte, vicino a me e che quando tornerà, per rivendicarlo, io lo ritroverò e lo riconsegnerò nelle sue mani”.

“Se fai un salto in West Virginia porta a Steve le mie scuse perché sono un allievo impulsivo, ma voglio che sappia che le mie critiche non sono mai intemperanze figlie dal poco rispetto, ma parole storte per un maestro troppo amato”.

“Dì a Maurizio…no niente, con lui parlerò io, un giorno, appena sarà possibile”.

“Nient’altro Francesco?”. “Credo di no Mr. D”.

Ma poi ricordo la cosa più importante. “Ancora una cosa se posso…”. Lui si volta verso di me e sorride: “stavo proprio chiedendomi se lo avresti dimenticato…”.

“C’è un giovane uomo Mr. D, un giovane uomo che condivide il sangue con la persona che amo di più. Quel giovane uomo fra poche ore sarà in volo verso la tua terra. Ha bisogno di un angelo custode. Un angelo laico Mr. D., uno di quelli capaci di recitare una preghiera per non credenti. Uno che gli stia accanto nei momenti difficili che verranno, ma anche in quelli buoni ad amplificarne la gioia”.

“Veglierò su di lui Francesco…è una promessa”.

“Farewell Mr. D.” e poi ancora “I’ll miss you so much” gli dico senza parole, mentre il biplano decolla nuovamente in quella maniera assurda. In pochi secondi scompare dalla mia vista.

E io rientro a casa per preparare il giorno, per “condividere e tenere conto di questo tempo” con coloro che mi vivono vicini.

Dedico questo racconto a Lorenzo che oggi parte per il suo viaggio della vita, che oggi parte per il viaggio di una vita, con l’augurio di non tornare prima di sentire dentro di se il desiderio di non tornare più e che i monti ed i deserti di quella terra gli rendano irrinunciabile il profumo della libertà.

26 pensieri su “Farewell

              1. Ho consigliato loro la pagina in Fb dove son stata chiamata ad essere fra gli amministratori.
                Così han maggiore visibilità.
                Se il CAI di Siracusa mi permelte di utilizzare le loro foto creo un montaggio per la Sicilia, ma molto migliore di quello su Palermo: allora ero alle mie prime armi.
                Leggo ormai poco da te perchè l’oculista mi ha ridotto di molto le ore dal passare al Pc.
                Buona giornata!

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  1. A chi parte in biplano per nuove avventure l’augurio di avere sempre qualcuno che sappia celebrare quei voli e quelle avventure così come hai fatto tu. Grazie, come sempre

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