Ho esitato a lungo prima di pubblicare questa poesia. Nell’elenco numerico del file “Tutte le mie poesie” porta il numero 8. Non so veramente quale criterio ho seguito nell’assegnare questa numerazione. Di sicuro si tratta di una poesia molto vecchia. Fra l’altro ricordo perfettamente quando e dove la ho scritta.
Il luogo era la comunità di San Masseo, ai piedi della collina che sovrasta Assisi, durante quindici giorni che hanno profondamente segnato la mia vita di poi costituendo una specie di spartiacque.
Solo che mentre nella maggior parte delle mie poesie, anche più antiche di questa, io mi ci ritrovo, anche in parte, ma mi ci ritrovo. Questa la sento proprio distante tanto da farmela pensare quasi come un’esercizio di stile.
Fatto sta che esiste e che senza dubbio sono stato io a scriverla, un me difficile da riconoscere ma non per questo meno “me”.
San Masseo
Parlavo con un uomo
Parlavamo di luce
E lui mi raccontò di notti velate,
Di gole buie alle quali il pianto conduce,
Di stanze dalle finestre sbarrate.
Parlavamo di strade
E lui mi raccontò di sentieri che non portano a niente,
Di tutti i vicoli ciechi nei quali l’anima cade,
Di spine, di sassi, di vetri cosparsi dalla gente.
Parlavamo di campi
E lui mi parlò della neve fitta e fredda che li ricopre d’inverno,
Delle crepe profonde dell’arsura e dei tagli ampi,
Del fango, dei vermi e del loro silenzio eterno.
Io lo capii.
Poi mi disse: “Guarda quello!”
Io non vidi ciò che vedeva
“Un arcobaleno”, disse, “sulle ali di un uccello!”
ma quell’uomo adesso sorrideva.
Riparlammo della luce allora
E lui mi raccontò di giornate di sole su azzurri monti,
Di albe dorate durate un anno o un’ora,
Di dolcissimi tramonti.
Di strade riparlammo di nuovo
E lui mi disse di agevoli sentieri che serpeggiano tra ulivi discreti,
Di piste che muoiono su prati senza rovo,
Di vie che portano in luoghi splendidi e segreti.
Riparlammo in fine dei campi
Del frumento piegato dalla brezza, come mare,
Dei fiori sugli alberi come di piccoli sogni bianchi,
Di tutti gli esseri colorati e delle cose rare.
Io, allora, non lo capii.
Esercizio di stile oppure periodo “buio” che hai inconsciamnete cancellato…
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no…ma non era un periodo buio…forse è che mi piaceva fare il “poeta maledetto”…
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il numero 8 al contrario cioe’ orrizzontale vuol dire ” infinito” im matematica e forse anche nei sentimenti !! — cosi’ per … volendo …. cell. 3420902153 – Luciana
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magari c’è anche dentro un po’ di cabala…chissà…
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A me darebbe l’idea che in quel momento tu stessi cercando di vedere e sentire la bellezza intorno a te senza riuscirci del tutto. però ci sta anche che possa essere un “esercizio di stile”, penso che da ragazzi si scopiazzi in giro abbastanza proprio per trovare la propria “voce”, e spesso, anche, più le cose sono lugubri ne drammatiche più attirano, anche se ,magari di natura si è ottimisti, non trovi?
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immagino di si…
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Versi molto bohemien, parole che celano altri significati. A me é piaciuta molto la tua poesia (scheda la foto!)
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gazie per il complimento…che significa “scheda la foto”?
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Maledetto T9!
Volevo dire che mi è piaciuta tanto “anche” la foto 😊
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temevo che mi stessi suggerendo una qualche procedura informatica a me sconosciuta…
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